Berkan-B, Micoperi rinuncia al ricorso al Tar

L’impresa voleva annullare la revoca dell’aggiudicazione dell’appalto. Il general manager: "Fondamentale trovare serenità"

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La richiesta della Micoperi spa era quella di annullare la revoca di aggiudicazione dell’appalto per la rimozione della Berkan-B e di riconoscere un congruo risarcimento per i danni patiti. Il Tar di Bologna, attraverso una sentenza depositata di recente, ha ora dichiarato il ricorso "estinto per rinuncia". In particolare nel dispositivo del collegio bolognese presieduto dal giudice Giancarlo Mozzarelli, si dà atto che il 16 giugno scorso "parte ricorrente aveva depositato atto di rinuncia, chiedendo di compensare le spese di lite", come in effetti avvenuto.

Il general manager Silvio Bartolotti ha confermato la scelta della spa ravennate: "In questo momento stiamo lavorando molto, all’estero più che altro - ha spiegato - e così devo dedicarmi al lavoro piuttosto che ai litigi... E poi credo che sia fondamentale trovare serenità, specie nell’ambito dello stesso territorio".

Il ricorso della Micoperi, rappresentata dagli avvocati Alfredo Biagini e Andrea Giuman, era stato proposto a inizio anno in primo luogo nei confronti dell’Autorità di sistema portuale (Adsp) e, a ricaduta, della Regione, del ministero delle Infrastrutture, del Comune, di Arpae, dell’Ausl e del ministero dell’Interno. La decisione era stata presa al culmine di un percorso partito con i migliori auspici. L’11 dicembre del 2019 del resto sembrava praticamente fatta: la delibera presidenziale 287 dell’Adsp aveva assegnato al raggruppamento tecnico di imprese (rti) con mandataria Micoperi e mandanti Isolfin e Albatros, l’appalto per la "rimozione e demolizione del relitto della motonave Berkan-B" in cambio di circa 9 milioni e 25 mila euro.

Dopo la storica impresa con la Costa Concordia, sembrava segnato nel destino della Micoperi risolvere anche il problema legato al più famoso dei relitti nostrani. E invece una nuova delibera, datata 27 gennaio scorso, aveva azzerato tutto revocando l’appalto: ed è contro quella revoca - e contro una serie di atti collegati - che era stato presentato il ricorso.

La principale materia del contendere, risiedeva in alcuni allegati al contratto che per i ricorrenti avrebbero inaspettatamente fatto lievitare i costi: il relitto una volta portato a secco e tagliato, avrebbe cioè dovuto essere considerato rifiuto speciale e smaltito come tale. L’udienza era stata fissata al 30 giugno scorso: ma ora sappiamo che la questione non verrà mai trattata nel merito.

Il relitto della Berkan-B "era presente da anni in condizioni di abbandono – recitava la delibera di Adsp di revoca – oggetto di una parziale demolizione, quindi abbandonato nuovamente dall’ultimo proprietario e infine affondato a causa dei pregiudizi strutturali causati da detta demolizione, dando origine a procedimenti giudiziari tuttora in corso". Una delibera del 19 settembre 2019 aveva dato il via libera al "progetto esecutivo per l’appalto" da assegnare con il "criterio di selezione dell’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualitàprezzo". Il giorno dopo, il bando era stato trasmesso alla Gazzetta Ufficiale. Entro il termine utile, erano giunte due offerte. Ma alle successive fasi, era stata ammessa solo la rti di Micoperi con la esclusione della Maritime and Global Demolition Holding Limited.

Con due distinte note di marzo e aprile 2020, la rti, per definire le procedure necessarie all’esecuzione dell’intervento, aveva "richiesto l’indizione di una conferenza di servizi con gli enti competenti". Il 4 novembre 2020 avrebbe dovuto essere il giorno fissato per la stipula: e invece Micoperi - proseguiva la delibera – "pur presentatasi, si è rifiutata di sottoscrivere il contratto" portando come motivazione la presenza degli allegati. Per quanto riguarda il relitto ormai affondato, la sua rimozione è attesa entro la fine dell’estate.

Andrea Colombari