Berkan B, riparte il processo. Il nodo è l’inquinamento ambientale

Nella prossima udienza del 27 novembre il giudice si esprimerà sulla contestazione originaria

Berkan B, riparte il processo. Il nodo è l’inquinamento ambientale

Il relitto della Berkan B nella Pialassa (Foto Fabrizio Zani)

Si è tenuta ieri la prima udienza del nuovo processo sul caso Berkan B, l’affondamento del relitto di una motonave, con fuoriuscita di idrocarburi, nei pressi dell’area protetta della pialassa Piomboni, sette anni fa. Si riparte a seguito dell’annullamento, da parte della Cassazione, della sentenza di condanna a carico del presidente di Autorità di sistema portuale di Ravenna, con richiesta di rinvio a un nuovo giudice. Il giudizio di rinvio verte sulla contestazione originaria di inquinamento ambientale; sulla sentenza del 10 ottobre 2022 la Cassazione aveva eccepito alcuni difetti di motivazione, inerenti il tipo di carburante proveniente dai serbatoi non bonificati della Berkan B e sversato nelle acque del porto, insieme alla questione se la condizione della stessa Berkan fosse di natante o relitto.

Le difese hanno preannunciato di eccepire la legittimazione delle parti civili ad intervenire: Italia Nostra (da cui partì la denuncia), Anpana, Legambiente Emilia-Romagna, Nogez, Oipa e Wwf Emilia-Romagna, difese dagli avvocati Cristina Guasti e Matteo Ceruti del Foro di Rovigo, Francesco Paolo Colliva e Anna Vio del Foro di Bologna e Mauro Faccani del Foro di Ravenna. Il giudice si esprimerà nella prossima udienza, fissata per il prossimo 27 novembre.

La difesa di Rossi, l’avvocato bolognese Luca Sirotti, una volta sentita l’ordinanza del giudice Andrea Galanti sull’intenzione di tornare alla contestazione iniziale, inquinamento ambientale ha avanzato una proposta di astensione nei confronti del giudice. Secondo la difesa lo stesso si è già espresso sulla vicenda in merito alla posizione di un’altra persona, nei confronti della quale la Procura aveva chiesto l’archiviazione.