Ravenna, bigamo con madre e figlia. A processo

L’accusa: ha sposato le due in una sola settimana

Un matrimonio (foto d'archivio Germogli)

Un matrimonio (foto d'archivio Germogli)

Ravenna, 14 marzo 2019 - Lui, lei e l’altra ancora. Ma non immaginatevi il (solito) triangolo amoroso. Questa è piuttosto una (insolita) storia di bigamia che, almeno nella sintesi accusatoria, un po’ assomiglia al titolo di una di quelle commedie inglesi che fanno tanto botteghino: due matrimoni in una settimana. Già, perché il protagonista di questa vicenda – un pensionato ultrasessantenne di Ravenna – in appena sette giorni, era convolato a nozze per ben due volte. E già così la storia appare davvero bizzarra. Quello che rischia di renderla davvero unica nel suo genere nel panorama ravennate, è il legame tra le due donne. Concittadine? Semplici conoscenti? Amiche? O forse vicine di casa? Macché: madre e figlia. Sì: l’uomo ha prima sposato la madre e poi la figlia. Non sappiamo quale eventuale vantaggio – o presunto tale – si celasse dietro a questa sua scelta. Di sicuro le prime nozze portano una data di inizio 2006.

Celebrate nel Paese africano d’origine delle due signore. Quel contratto matrimoniale evidentemente viene trascritto pure in Italia. In brevissimo tempo l’uomo però si separa da quella prima moglie. E una settimana dopo, eccolo di nuovo all’altare con la sposa, di qualche anno più giovane di lui. Rito questa volta celebrato a Ravenna in una cornice che immaginiamo essere di foto, parenti, regali, sorrisi e così via.

I mal di pancia iniziano quando l’uomo va in anagrafe a regolarizzare la sua posizione. Dalle carte spunta il nome della prima moglie. Scatta la segnalazione alla procura. E nelle conseguenti verifiche coordinate dal pm Angela Scorza, al ravennate vengono contestati ben otto anni di bigamia: e cioè dal momento delle (seconde) nozze a quello della separazione dalla (seconda) moglie. Ieri mattina davanti al gup Andrea Galanti, l’uomo, attraverso il suo legale, ha sostenuto che mancasse il cosiddetto elemento soggettivo: come dire che lui era è convinto di avere definitivamente divorziato dalla prima moglie. Tutte inutile, almeno per ora, visto che è stato rinviato a giudizio.

a.col.