Bimba di 10 anni maltrattata dalla matrigna

Ieri la piccola sentita in incidente probatorio: frustata col caricabatterie, costretta a fare i lavori di casa e a portare lo zaino al fratello

La piccola ora è affidata ai servizi sociali (foto di repertorio)

La piccola ora è affidata ai servizi sociali (foto di repertorio)

Ravenna, 29 novembre 2022 - Costretta a fare le pulizia di casa, a portare lo zaino del fratello quando andavano a scuola, inoltre era l’unica a cui era impedito l’uso del cellulare. Poi, se tentava di ribellarsi, veniva frustata col cavo del caricabatterie e sottoposta ad altri tipi di angherie e vessazioni. Se non fosse per la gravità delle accuse che la Procura ha ravvisato – umiliazioni ma anche botte – la vicenda che vede vittima una bambina di nazionalità marocchina, di meno di dieci anni, sembrerebbe quella di una novella Cenerentola. Ma in questo caso della fiaba e del suo epilogo a lieto fine non c’è nulla. Ieri la minorenne è stata ascoltata in incidente probatorio, alla presenza di una psicologa, e davanti al Gip Sabrina Bosi ha raccontato quanto era già emerso nella denuncia dei servizi sociali, ora curatori speciali della bambina e rappresentati dall’avvocato Christian Biserni. Indagata per maltrattamenti in famiglia è la matrigna, tutelata dall’avvocato Carlo Benini.

Dopo aver perso la madre, la piccola aveva seguito il padre nella famiglia fatta con una nuova donna, che aveva già diversi figli. Ma per l’ultima arrivata il trattamento sarebbe stato diverso rispetto a quello riservato ai fratelli acquisiti. A scoprire che qualcosa non andava, in quella bambina, era stata l’autista del bus che ogni giorno la accompagnava a scuola, la quale l’aveva già notata spesso triste e silenziosa, poi un giorno ebbe modo di notare la presenza di ecchimosi sul corpo della ragazzina, volutamente coperte dagli indumenti.

Secondo l’accusa mossa dal Pm Cristina D’Aniello – ieri in incidente probatorio sostituita dalla collega Marilù Gattelli – gli episodi contestati alla matrigna sarebbero molteplici. Fatti iniziati alcuni anni fa e terminati di recente dopo che la vittima è stata presa in carico dai servizi sociali e allontanata da quella famiglia. Si va da piccole angherie, come buttarla giù dal letto di primo mattino, a veri e propri soprusi fisici come schiaffi e tirate di capelli. Tra i fratelli era la sola a cui sarebbe stato vietato l’uso del cellulare, inoltre le veniva impedita la possibilità di contattare le altre sorelle biologiche che non vivevano con lei. Costretta a gravarsi del peso anche dello zaino del fratellino più piccolo, una volta tornata da scuola sarebbe stata obbligata a occuparsi delle faccende domestiche, pulizie e quant’altro.

La vicenda si trova ancora nella fase delle indagini preliminari, l’incidente probatorio ha cristallizzato come elemento di prova il racconto della vittima, che nell’eventuale processo non dovrà più essere sentita. Ora sarà la Procura, dopo aver valutato la credibilità del racconto, a decidere se proseguire l’indagine o chiederne l’archiviazione.