Bimbo annegato in piscina È scontro tra le difese

Prevista all’udienza del 21 febbraio la visione del filmato sull’incidente a Mirabilandia che il 19 giugno 2019 costò la vita al piccolo Edoardo Bassani

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Quello sulla morte del piccolo Edoardo, annegato a 4 anni nella piscina di Mirabilandia, è un processo dove due degli imputati, i genitori, una condanna a vita purtroppo la stanno già patendo. Nel frattempo c’è un tribunale chiamato a stabilire chi e se qualcuno, quel 19 giugno del 2019, abbia sbagliato, omettendo la vigilanza. Al riguardo sta andando in scena e vero e proprio scontro tra le difese degli imputati accusati di omicidio colposo. Da un lato quella della famiglia, che al contempo è parte civile, dall’altra quelle delle altri parti in causa: il responsabile della struttura, il responsabile della sicurezza di quel settore di Mirabeach e un bagnino. Quel giorno Edoardo era arrivato assieme ai genitori da Castrocaro Terme per trascorrere un pomeriggio tra giochi e risate nel parco acquatico di Mirabilandia. La festa si era però trasformata in tragedia. Il bagnino più vicino al piccolo era posizionato nel punto dove la piscina disegna una sorta di ansa.

Ieri, in tribunale, sono stati sentiti alcuni testimoni portati dalla difesa del bagnino, tesi a rimarcare la correttezza delle procedure adottate. I piccoli con meno di 5 anni di età, è stato detto, non potevano entrare in acqua se non accompagnati dai genitori. L’allora responsabile del servizio di salvatagggio, inizialmente tra gli indagati e la cui posizione ora è stata archiviata, ha spiegato come avveniva la formazione del personale di salvataggio. A termine udienza le diverse difese hanno discusso a lungo sulla visione del video in aula, quello che ha ripreso l’incidente e gli ultimi istanti di vita del bambino. Questa avverrà, in presenza dei consulenti portati dalle rispettive parti, all’udienza del 21 febbraio prossimo, la quale sarà però preceduta da un’altra udienza, fissata per il 17 gennaio, dove potrà essere valutato altrimenti. Il giudice, Natalia Finzi, valuterà inoltre se accogliere la richiesta di una delle difese a citare come testimone un minorenne under 12, che avrebbe essistito alla tragedia. Una terza udienza è stata già calendarizzata per fine marzo.