ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Bimbo picchiato da madre e patrigno a Ravenna: “Scottato con il ferro da stiro”

Il racconto choc al Gip del piccolo che aveva 8 anni quando è iniziata la tortura: “Usavano anche cintura e cavi elettrici”

Il bimbo veniva picchiato regolarmente da madre e patrigno
Il bimbo veniva picchiato regolarmente da madre e patrigno

Ravenna, 5 agosto 2023 – Un giorno lui aveva sollevato il ferro da stiro per curiosità: voleva solo vedere come funzionava. Ma il patrigno si era arrabbiato tanto, glielo aveva strappato di mano e "me lo ha appoggiato qui", sulle dita, lasciandogli una evidente cicatrice. Solo uno dei maltrattamenti dei quali un ragazzino di origine straniera al tempo residente nel Ravennate, ha parlato durante un incidente probatorio tenutosi nei giorni scorsi davanti al gip Janos Barlotti e alla psicologa Annamaria Capponcelli. Il giovane, che ora si trova in una comunità protetta, è affidato ai servizi sociali e rappresentato dall’avvocato Chiara Donati in qualità di curatrice speciale. Mentre madre e patrigno, indagati in concorso per maltrattamenti pluriaggravati, sono difesi dall’avvocato Nicola Laghi.

La vicenda, secondo quanto ricostruito nelle indagini della polizia coordinate dal pm Lucrezia Ciriello, è andata avanti dal febbraio 2017, quando cioè il ragazzino aveva solo 8 anni, al maggio 2022. Il giovane era nato su suolo ravennate: ma all’età di un anno era stato portato nel suo Paese d’origine dove era rimasto ospite di parenti. Quindi dopo qualche anno era tornato, aveva frequentato la scuola elementare per un solo anno ed era stato riportato all’estero. Il ritorno definitivo era avvenuto nel 2017, con madre e patrigno. Ed è in quell’anno che erano iniziati i contestati maltrattamenti.

In un paio di occasioni la madre, per futili motivi - prosegue l’accusa - lo aveva picchiato con forza sulle guance e sulla parte superiore del corpo. E poi aveva usato pure una cintura. E la cintura era stata impugnata anche dal patrigno per menare colpi. L’uomo aveva inoltre utilizzato un cavo elettrico: lo aveva arrotolato attorno al braccio del ragazzino fino a lasciargli una cicatrice. Di segni però "ne avevo anche in altre parti del corpo ma non si vedono più".

Le botte - secondo quanto da lui riferito - le pigliava ogni giorno, anche se non contemporaneamente da entrambi i genitori. E il patrigno talvolta usava pure metodi ‘alternativi’: e cioè, oltre a ferro da stiro e cavo, gli tirava le sedie addosso o lo alzava da terra per poi buttarlo giù all’improvviso.

E così il giovane in almeno due occasioni, per evitare di essere punito con la consueta violenza, aveva deciso di non fare ritorno a casa. Era accaduto nel febbraio 2022 quando si trovava affidato momentaneamente ad amici di famiglia. In quel periodo all’uscita da scuola, era accaduto che avesse fatto a botte con un compagno. La madre, che era all’estero, una volta appreso della cosa, lo aveva chiamato e gli aveva detto: "Quando tornerò in Italia, vedrai che ti faccio". E così lui, impaurito, era salito sul treno ed era andato in un altro comune; poi aveva girovagato fino a sera finché un connazionale lo aveva notato e riportato a casa. Una volta tornati pure madre e patrigno, alla domanda "scappi ancora di casa?", lui aveva risposto con un "sì" finendo bersagliato dai colpi sferrati dalla mamma anche con una pentola.

A maggio 2022 aveva scelto ancora una volta di non fare ritorno a casa. Era accaduto perché uscendo da scuola, si era messo a girare per la città: e a quel punto, per timore di essere picchiato per via del ritardo, aveva deciso di restare fuori. E per una settimana intera aveva vissuto alla giornata e dormito in un parco. Era infine stato notato da una scolaresca: a quel punto era intervenuta un’auto dei carabinieri e lui era stato affidato ai servizi sociali.

Ma quali erano i motivi che scatenavano la rabbia domestica? Secondo il ragazzo, accadeva questo: "Quando andavo a scuola, se le maestre dicevano che mi comportavo male, mi picchiavano". O ancora: "Mi dicevano che non potevo guardare la tv perché mi comportavo male: e se io la guardavo di nascosto, mi picchiavano".