Blitz molesto all’hub vaccinale A processo l’avvocato no vax

Il 43enne, già finito sotto accertamento disciplinare da parte del proprio ordine, si è opposto al decreto penale di condanna. Nell’agosto 2021 si presentò con due sanitarie, tempestando di domande i medici

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Il gruppo dei no vax, no mask o comunque vax diffidenti è vasto e trasversale. Raccoglie un po’ tutte le categorie professionali, dai giornalisti agli artigiani ai camici bianchi passando per gli ambulanti. Nessuno escluso tanto che il protagonista di questa vicenda giudiziaria è un avvocato 43enne del Foro di Ravenna. Il suo atteggiamento, secondo l’accusa decisamente ostruzionista nei confronti della fatidica iniezione del vaccino contro il covid19, gli è costato la bellezza di 4.200 euro. Perché a tanto ammonta il decreto penale di condanna (con pena sospesa) per interruzione di pubblico servizio (articolo 340 del codice penale) a suo tempo notificatogli per quanto accaduto.

Il 43enne, difeso dal collega Giorgio Vantaggiato, ha però presentato opposizione nei tempi previsti dalla legge. Uguale a decreto penale annullato ma processo al via. L’udienza avrebbe dovuto tenersi lunedì scorso davanti al gip Sabrina Bosi: ma per un problema procedurale, il processo è stato rinviato a data da destinarsi. Toccherà insomma aspettare per capire come questa singolare vicenda di siringhe e ostinate domande si concluderà. Il diretto interessato confida naturalmente in un’assoluzione piena: nel potere cioè dimostrare che il suo atteggiamento non aveva avuto niente di penalmente rilevante. In caso invece di condanna, avendo rinunciato al decreto penale – che come tale offre pene più miti –, rischia più di quanto finora racimolato. E dire che in quel 17 agosto del 2021 lui all’hub vaccinale dell’Esp non c’era andato nemmeno per se stesso. In due distinte occasioni e in maniera arbitraria – si legge sul capo d’imputazione – c’era andato come accompagnatore di due persone che svolgono professioni sanitarie. Fin qui nulla da codice penale. Il problema – prosegue l’accusa – è che entrambe le volte aveva trattenuto il medico vaccinatore per circa un’ora per rivolgergli domande definite "pretestuose e provocatorie" sull’innocuità del vaccino. Alla fine avrebbe pure preteso che il medico in questione attestasse nero su bianco il fatto che il vaccino fosse innocuo. In definitiva, un atteggiamento che per la procura (pm titolare del fascicolo Angela Scorza) aveva turbato il servizio finendo con il rallentarlo.

La notizia non ci aveva messo molto a valicare gli asettici ambienti dell’hub vaccinale anche perché era stato lo stesso avvocato a divulgare i contorni dell’accaduto preannunciando azioni legali in quanto una delle due persone accompagnate, che presumibilmente non si era sottoposta a iniezione, "riceverà la sospensione e allora faremo ricorso al Giudice del Lavoro!". La vicenda non era sfuggita all’ordine professionale il cui vertice, a stretto gito, aveva avvisato il consiglio disciplinare "ravvisandosi nella condotta dell’iscritto possibili violazioni delle norme che ogni avvocato deve osservare".

Andrea Colombari