Bolkestein, la questione andava risolta subito

L’Italia non può sottrarsi all’applicazione della direttiva europea Bolkestein che riguarda il principio della libera concorrenza dei mercati. Nel caso specifico parliamo di concessioni del demanio balneare. Ha ragione Rustignoli, presidente della Cooperativa Spiagge, quando dice che il volere della Ue, di cui l’Italia fa parte, va rispettato ma non prima di aver prodotto, per cominciare, una mappatura delle spiagge, di aver riconosciuto gli investimenti fatti dai titolari degli stabilimenti. "Va dato tempo agli enti locali di predisporre le evidenze pubbliche" dice Rustignoli. Può essere utile ricordare però agli enti locali, ma più in generale alla politica tutta, che la direttiva Bolkestein è stata approvata nel 2006, e che gli Stati europei avevano tempo fino al dicembre 2009 per attuarla. Siamo nel 2022 è la situazione è la stessa di tredici anni fa, con l’aggiunta di un ulteriore rischio, quello cioè di non ottenere gli aiuti del Piano di ripresa se non saremo in regola con le normative dettate dall’Europa, Bolkestein compresa. Quello delle concessioni demaniali non è un problema che si può risolvere a colpi di ricorsi, o di rinvii alla Corte di Giustizia europea. È la politica che deve trovare la soluzione, che deve portare a termine una riforma equa, sintesi tra le esigenze dei bagnini e le richieste dell’Ue. Il resto sono solo scuse per prendere tempo, ancora una volta.