
Screzi reciproci in classe. Insulti che erano via via lievitati sotto il calore di un sordo livore reciproco. Il tutto era culminato nelle botte fuori dall’istituto, una scuola di Lugo. E, come risposta, quello stesso giorno, ma qualche ora dopo, era scattata una sorta di spedizione punitiva a parti invertite in un parco lughese.
Una vicenda, quella verificatasi il 3 dicembre scorso, che dal punto di vista della ricostruzione penale, si è sdoppiata. E cioè da una parte la procura per i minorenni di Bologna ha notificato l’avviso di conclusione indagine per lesioni aggravate a quattro studenti originari dell’est europeo tutti all’epoca dei fatti tra i 16 e i 17 anni. Mentre nel primo pomeriggio di ieri in incidente probatorio davanti al gip Andrea Galanti e al pm Francesca Buganè Pedretti, è stata la volta del minorenne, picchiato fuori da scuola, e del testimone che aveva assistito alla scena: in questo caso nel procedimento che vede un 26enne di origine magrebine indagato per lesioni aggravate (dai futili motivi e dall’uso di un’arma impropria) in concorso con il fratello minorenne. E, da solo, per tentata violenza privata: per avere presumibilmente provato a indurre il ragazzino a non presentare denuncia altrimenti "ti percuoto ancora" (è difeso dagli avvocati Lisa Venturi e Roberta Melandri).
In buona sostanza lo studente malmenato (tutelato dall’avvocato Gian Luigi Manaresi) ha confermato di avere ricevuto almeno un paio di pugni ribadendo il fatto che il suo rivale si sarebbe fatto aiutare dal fratello maggiorenne. Ovvero quest’ultimo lo avrebbe tenuto fermo per le braccia mentre l’altro lo colpiva con pugni in faccia stringendo un accendino per aumentare la potenzialità dei colpi (prognosi iniziale di 5 giorni). Il minore ha anche aggiunto di avere ricevuto in più circostanze pressioni dal 26enne per non presentare denuncia.
L’altro testimone ascoltato davanti al gip - un ulteriore studente minorenne - ha confermato di avere visto il magrebino prendere a pugni il rivale e di avere notato il fratello in zona: ma non ha visto cosa quest’ultimo abbia fatto. Le carte sono state infine restituite al pm che dovrà ora decidere se esercitare l’azione penale o meno.
In quanto ai quattro minori già destinatari di avviso di conclusione indagine (sono residenti tra Lugo, Massa Lombarda e Solarolo), sono nello specifico accusati di avere fatto cadere il minorenne magrebino con uno sgambetto e di averlo quindi bersagliato di calci sulla schiena e in faccia fino a fratturargli il naso per una prognosi iniziale di 24 giorni.