Brisighella, l’olio verso il raddoppio

Il 10 ottobre inizia la raccolta: attese quantità molto più alte dell’anno scorso. Ma saliranno anche i prezzi

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Annata memorabile per l’olio di Brisighella, per il quale si prospetta, in termini di quintali, una produzione di nuovo in quinta cifra: dai 5mila quintali di olive dell’anno scorso le quantità raccolte dovrebbero infatti schizzare fino a diecimila. Eppure, fino a poco più di un mese fa, le previsioni avevano contorni foschi: "Le preoccupazioni in estate erano grandi, confermo", evidenzia Stefano Monti, olivicoltore e presidente di Coldiretti Brisighella.

"I 200 millimetri piovuti ad agosto hanno salvato l’annata: dobbiamo immaginare l’oliva come una spugna, in grado di avere un buono sviluppo non appena riceve l’acqua sufficiente. Frutti che apparivano ritratti in loro stessi ora hanno un aspetto florido".

La giornata in cui prenderà il via la raccolta è già cerchiata sul calendario: il frantoio della Cab sarà aperto ai coltivatori sin dal 10 ottobre. Concludere il 2022 con un risultato penalizzato dalla mancanza di piogge sarebbe stato un peccato: "Le alte temperature degli scorsi mesi hanno infatti tenuto lontana la mosca dell’olivo, contro la quale quest’anno sono stati messi in campo davvero minimi interventi sul fronte fitosanitario". C’è anche dell’altro: "Le varietà autoctone – in primis la Nostrana di Brisighella, ma anche Ghiacciolo e Leccino – hanno reagito meglio alle alte temperature rispetto ad altre. Non a caso la produzione a Brisighella vede un raddoppio rispetto all’anno scorso, quando a livello nazionale viaggiamo verso un -30 per cento sul 2021".

Anche per questo l’export, nonostante le tensioni internazionali, rimane vigoroso: la sempre maggiore popolarità della dieta mediterranea nel mondo fa sì che le esportazioni di olio extravergine, sottolinea Coldiretti, riescano a segnare un +23%. Tutto bene? Non proprio: "I costi energetici si faranno sentire anche sul nostro settore", ammettono Monti e Sergio Spada, al timone della Cab. "Qui, così come in vari altri frantoi, ci si è tutelati in passato dotandosi di pannelli solari, i quali però non saranno sufficienti davanti a un’attività come la molitura, che in quel fatidico mese e mezzo procederà spesso 24 ore su 24. In alcune fasce orarie i frantoi saranno alimentati dalla distribuzione elettrica, con i costi che questo comporta".

A essere aumentati sono poi anche il vetro – con un balzo verso l’alto fra il 15 e il 20 per cento– e il cartone, il cui prezzo è anch’esso cresciuto del 20 per cento. Aumenti che inevitabilmente si riverseranno sul costo finale delle bottiglie: "per il momento non mi avventuro in previsioni, ma non dico nulla di sacrilego ipotizzando un aumento intorno al 20 per cent", confida Monti.

La Dop di Brisighella è notoriamente, fra gli extravergini, tra quelli con i prezzi più alti, considerando che si tratta della prima in Italia ad aver ottenuto il riconoscimento: molte bottiglie avranno prezzi superiori ai 25 euro. Monti preferisce guardare all’annata in arrivo, sul fronte dei prezzi, come una traversata del deserto: "Alla Cab intendiamo cautelarci contro i costi dell’energia. I pannelli da soli non sono sufficienti per un’attività che lavora a pieno regime per un mese e mezzo all’anno per poi entrare in una sorta di letargo. Crediamo che dotandoci di accumulatori potremo produrre nel corso dell’anno tutta l’elettricità di cui avremo bisogno in quelle settimane decisive in cui vede effettivamente la luce l’olio".

Filippo Donati