Bullizzati a scuola dai compagni "Pace con te? Piuttosto ti picchio"

Il racconto in tribunale di due ex studenti dell’Ipsia Manfredi di Lugo, che tra 2016 e 2019 erano finiti nel mirino di un gruppetto. Due avevano patteggiato, il terzo ora è a processo per stalking

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Per tre anni, fino al 2019, sarebbero stati vittima di angherie e bulizzati da un gruppo di compagni di scuola. Chiamati con nomignoli tesi a evidenziarne presunti difetti fisici (topo, fishman), ma anche fatti oggetto di sberleffi, bersagliati con lanci di mozziconi bagnati, pallini di carta e briciole di merendine durante e dopo le ore di lezione. Uno di loro veniva apostrofato come ’frocio’, un altro riportò un livido dopo essere stato spinto e aver battuto contro lo spigolo del banco. Per quei fatti, diventati oggetto di denunce presentate da due ex studenti dell’Ipsia Manfredi di Lugo, uno degli istituti superiori del locale Polo tecnico professionale, due dei bulli hanno già patteggiato pene a 8 e 9 mesi, l’allora preside fu assolta dall’accusa di omessa denuncia in quanto "non sapeva", mentre a processo c’è ora il terzo compagno, oggi 22enne. Accusato di bullismo, l’imputato – difeso dall’avvocato Francesco Papiani – tecnicamente deve rispondere di stalking.

Ieri mattina, davanti al giudice Federica Lipovscek, hanno rivissuto quei brutti momenti tra i banchi di scuola i due ex studenti che erano finiti nel mirino del gruppetto. Il primo veniva bersagliato con soprannomi irridenti, ma spesso veniva fatto anche oggetto di insulti pesanti e sessisti. "Un giorno il prof di religione provò a far tornare la pace tra noi" ha raccontato, allorché il compagno "non ne voleva sapere e disse che piuttosto mi avrebbe spaccato le ossa". Le aggressioni avvenivano quasi sempre a scuola, ma una volta il ragazzo fu bersagliato mentre tornava a casa. "Mi diceva: non sei un vero uomo, affrontami se hai le palle". E i professori? "Facevano note sul registro. All’epoca mi rivolsi ai due vicepresidi, loro gli parlarono minacciandogli di fare note. Ma quando in classe c’erano altri professori, mancava di rispetto persino a loro". L’ex studente arrivò al punto di avere paura "quando tornavo a casa da scuola, temevo di incontrare lui e gli altri del gruppo". Un anno non l’odierno imputato, ma uno dei bulli che ha già patteggiato, fu bocciato, ma nonostante ciò avrebbe insistito nelle sue condotte, approfittando degli intervalli tra le lezioni.

Questo fino all’episodio più brutto che spinse la vittima a sporgere denuncia: "Dopo essere entrato nella mia classe uno di loro (non l’odierno imputato; ndr) mi spinse, facendomi battere la schiena contro lo spigolo del banco e tornai a casa in lacrime". Lo stesso era arrivato al punto di usare sui social un nome diverso dal proprio, per timore di essere bersagliato anche lì. Anche la seconda vittima si decise a sporgere denuncia dopo l’aggressione fisica all’amico: "Mi accusavano di essere il lecchino dei professori, ma a volte mi apostrofavano con insulti. Io ero soltanto riservato. Perché la denuncia 4 mesi dopo? La feci quando il mio amico fu sbattuto contro il banco".

Lorenzo Priviato