"Buone le prospettive, ma manca forza lavoro"

L’indagine di Legacoop: il 2024 sarà in crescita. Soffre l’agroalimentare .

Ottimismo tra i servizi, più prudenza nell’agroalimentare con una tendenza chiara: per le grandi coop pare che le prospettive siano decisamente migliori che per le piccole, ferma restando la grande difficoltà di trovare personale. Dieci anni vissuti "pericolosamente", fra crisi economica, pandemia e crisi energetica, ma le cooperative romagnole stimano che il 2024 sarà tendenzialmente in crescita, con la significativa eccezione del settore agroalimentare, duramente colpito dall’alluvione e dalla crisi climatica. Tra le preoccupazioni principali la difficoltà a trovare lavoratori (42,7%), i costi energetici (40,6%), l’inflazione e il costo del denaro (34,4%) e il finanziamento dei servizi pubblici essenziali (20%). Questi, in sintesi, i risultati dell’indagine presentata a Cesenatico da Simona Benedetti, coordinatrice dell’attività sindacale di Legacoop Romagna, nel corso del convegno sui dieci anni dalla nascita di Legacoop. Nata il 5 dicembre 2013 dall’unione delle cooperative di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena, oggi l’associazione rappresenta circa 380 imprese, con un valore della produzione al 2022 superiore ai 7,3 miliardi di euro, più di 300mila soci e oltre 25mila lavoratori.

In dieci anni il valore della produzione del sistema Legacoop in Romagna è cresciuto di 1,8 miliardi, mentre gli occupati sono aumentati di duemila unità, di cui mille solo nel 2022. Per il 2023, il 58% delle cooperative romagnole stima un aumento del valore della produzione, con un picco del 73% nelle cooperative che superano i 100 milioni di fatturato; bene anche le imprese con un fatturato compreso fra i 50 e i 100 milioni (67%), mentre soffrono di più le piccole (54%) e medie cooperative (la crescita si attesta al 58%). "I cooperatori non si fermano e progettano il futuro per continuare a crescere, insieme. C’è un dato della ricerca — dice il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi — che colpisce molto: alla domanda "La Romagna si sta modernizzando o sta regredendo?", il 69% delle cooperative associate a Legacoop Romagna risponde che il territorio ha fatto passi in avanti, verso la modernità con una Romagna non troppo indebolita ed anzi pronta a rilanciare".

Il settore più pessimista è quello agroalimentare (38% di previsioni positive), che però nel prossimo triennio prevede di investire nell’81% dei casi (contro il 64% della media) per contrastare la crisi climatica. Previsioni ottimistiche per servizi (65%), produzione (63%), culturali (75%) e sociali (60%). Per quanto riguarda l’anno in corso, il 64% delle imprese associate dichiara che chiuderà in utile, il 23% in pareggio e il 13% in perdita. Nel comparto agroalimentare, la percentuale positiva si abbassa al 58% (complici, anche qui, le catastrofi naturali), mentre si alza al 75% nei servizi, che confermano i bilanci degli ultimi anni. "Per quel che riguarda Fruttagel – spiega il presidente Stanislao Fabbrino – chiuderemo il 2023 con 153 milioni di ricavi e i nostri conti, pur in linea con il 2022, sono appesantiti da un lato dall’alluvione, e dalla conseguente carenza di prodotto da lavorare, dall’altro dal costo del denaro che frena gli investimenti. E poi siamo in difficoltà con la manodopera: fatichiamo a trovare sia carrellisti, essenzialmente donne, sia tecnici di manutenzione".

Giorgio Costa