Bustarelle da imprenditori Ex funzionario risarcisce lo Stato: 25mila euro per danni d’immagine

Un ex dipendente dell’Agenzia delle Entrate era stato condannato in via definitiva a tre anni e sei mesi. La Procura contabile ha poi chiesto l’indennizzo: l’uomo ha già fatto il versamento.

Bustarelle da imprenditori   Ex funzionario risarcisce lo Stato:  25mila euro per danni d’immagine

Bustarelle da imprenditori Ex funzionario risarcisce lo Stato: 25mila euro per danni d’immagine

Prima l’arresto in flagranza per quella che secondo gli inquirenti era una bustarella appena riscossa da una imprenditrice indotta a pagare. Poi la condanna definitiva a tre anni e sei mesi e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Nicola Ricciardi, 48enne di origine barese ex funzionario dell’agenzia delle Entrate di Ravenna e oggi avvocato tributarista a Roma, ha ora definitivamente chiuso la vicenda pagando 25 mila euro per il danno all’immagine arrecato. Tanto che una sentenza della Corte dei Conti dell’Emilia Romagna depositata nei giorni scorsi, ha dichiarato estinto il giudizio proprio alla luce dell’avvenuto pagamento.

L’indagine penale era scattata da una denuncia di Sabina Zabberoni, la titolare della boutique ‘Julian Fashion’ di Milano Marittima: le verifiche coordinate dal pm Lucrezia Ciriello avevano portato il 20 aprile 2012 all’arresto dell’allora funzionario delle Entrate fuori da un bar rivierasco con 15 mila euro appena ricevuti dalla donna, stessa cifra che le era poi stata riconosciuta dal tribunale come provvisionale (avvocato Lorenzo Valgimigli). Anche Valerio Brighi, al tempo titolare dell’allora società ‘Nick & Sons’, si era costituito parte civile (avvocato Giuseppe Della Casa) ottenendo una provvisionale di 7 mila euro. Secondo la procura, i due imprenditori erano stati avvicinati e minacciati dall’allora funzionario in ragione dell’esito di verifiche fiscali. Per Zabberoni, ciò aveva significato una sanzione da 800 mila euro: e in cambio dei 15 mila euro, Ricciardi si sarebbe offerto di prodigarsi per mitigare l’importo. Se invece lei non avesse dato seguito alla richiesta o avesse spifferato tutto, lui allora avrebbe sicuramente ottenuto l’aumento della sanzione. Per Brighi, il capo d’imputazione faceva sempre riferimento a una pregressa verifica fiscale e al conseguente tentativo dell’imputato di trarne vantaggio economico.

Ricciardi, difeso dagli avvocati Giovanni Scudellari e Alberto Biffani, in primo grado era stato condannato a sei anni per tre dei cinque capi d’imputazione. I giudici avevano stabilito che il reato principale a lui contestato – ovvero la concussione – era ipotesi fondata. E anche per quanto riguarda un terzo imprenditore parte offesa – Emilio Tondini in qualità di legale rappresentante del ristorante ‘La Pousada’ di Milano Marittima –, era stata pronunciata condanna: in questo caso però per tentata induzione indebita, con assoluzione dall’accusa di avere assicurato a Tondini di essere in grado di conoscere in anticipo le verifiche fiscali programmate dalle Entrate in cambio di pasti agevolati. In appello l’imputato aveva infine raggiunto un accordo con la procura generale bolognese chiudendo il fronte penale.

Nel luglio scorso si era mossa la procura contabile per il danno all’immagine “cagionato al ministero dell’Economia e delle Finanze” anche in ragione del fatto che “a seguito dell’arresto, la stampa ha riportato la notizia”. Uguale a richiesta di risarcimento pari a 50 mila euro a cui era seguita a gennaio un’istanza della difesa per definire tutto con un rito abbreviato (i 25 mila euro). Tra le altre cose, era stato fatto presente che Ricciardi si era pubblicamente scusato con l’amministrazione, che aveva rassegnato spontaneamente le dimissioni e che aveva risarcito le parti civili. La Corte, presieduta dal giudice Antonio Nenna, ha di seguito accolto la richiesta di abbreviato, concedendo quindi un termine di trenta giorni per il versamento in effetti eseguito il 23 febbraio. Presupposto per dichiarare infine “estinto il giudizio”.

Andrea Colombari