Caccia all’argilla in ogni parte del mondo. "Si rifletterà sui costi"

Meno 2 milioni di tonnellate che fino a febbraio arrivavano dalla produzione concentrata nelle cave del Donbass

Caccia all’argilla in mezzo mondo. Due milioni di tonnellate di materia prima per la ceramica, che fino a febbraio arrivavano dai porti ucraini, con una produzione concentrata nelle cave del Donbass, ma che con lo scoppio della guerra rimangono per ora solo un ricordo.

"Stiamo cercando nuovi Paesi fornitori di argilla in tutto il mondo. Per ora lavoriamo con Turchia, Portogallo, Spagna per restare in Mediterraneo. Ma abbiamo navi anche da India e, probabilmente, anche dall’Argentina" spiega Giovanni Savorani, presidente di Confindustria ceramica.

"Una cosa – aggiunge – è far arrivare navi dal Mar Nero e un’altra sono le distanze oceaniche. E’ chiaro che noi privilegiamo in tutto e per tutto il porto di Ravenna: qui ci sono magazzini, collegamenti ferroviari, società di trasporto. La catena logistica ravennate è specializzata in questi traffici, mentre se andassimo sul Tirreno ci sarebbe tutto da allestire con un’ulteriore perdita di tempo e denaro".

La produzione di ceramica nel distretto emiliano e di quello di Faenza non ha subito troppi contraccolpi dalle difficoltà nel reperimento di materia prima: "Ci auguriamo che cessi la guerra, per motivi umanitari e per ritrovare una capacità produttiva in linea con il mercato. Anche se è evidente che i porti ucraini avranno bisogno di alcuni mesi per tornare a essere operativi visto che hanno subito bombardamenti" dice ancora Savorani.

Lo scorso anno il settore della ceramica ha fatturato 6,3 miliardi di euro, di cui 5,5 derivanti dall’export che rappresenta l’85% del lavoro.

"Oltre alla carenza di materia prima, dobbiamo considerare il caro energia che a fine 2022 peserà per 750800 milioni di euro, tra il 10-15% del fatturato. Quindi, tutta la situazione si rifletterà sul prezzo finale del prodotto che salirà parecchio. Il trend è comunque positivo. E non solo in Italia per via del 110%. Il mercato statunitense sta andando bene, il nostro prodotto è molto richiesto anche alla luce delle nuove abitudini post pandemia. I pavimenti di qualità possono essere puliti anche con prodotti sanitari senza che si alterino, e questo è un fattore che fa molto presa sul mercato Usa".

lo. tazz.