Cacciatore ucciso a Ravenna: freddato con una doppietta

Solo due le armi da caccia che non si trovano. La vittima colpita alla schiena e, da distanza ravvicinata, alla testa. Sfumata la pista dei vicini

Ravenna, 2 novembre 2022 - Una pista, quella di vicini di casa che non gradivano la presenza di doppiette e il sibilo del piombo nel proprio podere, è sfumata. I carabinieri del Reparto operativo erano partiti da lì, facendo avanti e indietro per tutta la giornata di lunedì da quella casa, poco distante da quella della vittima, per il fatto che il corpo di Felice Orlando era stato rinvenuto nel loro frutteto. L’intervento dell’avvocato Edy Guerrini sarebbe stata la precauzione della proprietaria per una situazione comunque insolita, dove tutti si dicono sconvolti per l’accaduto: "Fatti del genere da queste parti non erano mai capitati".

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E intanto proseguono le indagini per identificare chi, in quel frutteto di via Barignano, nelle campagne di Castel Bolognese, ha sparato al 49enne cacciatore, originario di Cosenza ma che viveva qui da oltre trent’anni. L’uomo, appassionato di caccia alla lepre e grigliate con gli amici, viveva a poche centinaia di metri dal luogo in cui il padre Giuseppe e la fidanzata Franca lo hanno ritrovato domenica mattina, dopo che non era rincasato dal giorno prima. Sono due i colpi sparati contro la vittima: uno, da un paio di metri, lo ha centrato alla schiena. L’altro, invece, esploso da distanza ravvicinata, è stato rivolto alla testa, tra nuca e tempia. Quale dei due spari sia stato il primo lo stabilirà la perizia balistica, già disposta dai Pm Daniele Barberini e Silvia Ziniti per avere dati esatti su tipo di arma usata, calibro, angolazione dello sparo e tempistiche del decesso.

Di certo si sa che l’assassino ha usato un fucile da caccia, anche se a caldo non si era esclusa l’ipotesi di una pistola. L’arma utilizzata apparteneva alla vittima? Al momento sul campo ci sono soltanto ipotesi. Ma si tratta di elementi che danno corpo all’ipotesi investigativa dell’agguato con esecuzione finale, o comunque l’epilogo di un’accesa discussione durante o dopo la quale il 49enne ha dato le spalle al proprio assassino, oppure è stato costretto a farlo sotto minaccia armata. Lo scenario dell’incidente di caccia con omissione di soccorso e furto del fucile appare sempre più remota. Ma i fucili che si cercano sarebbero almeno due, che la vittima deteneva regolarmente. Tanti, infatti, ne mancano dalla rastrelliera in cui erano custoditi.

Nessuno dei familiari, dopo le 16.30 di sabato, lo aveva visto uscire armato, ma ad ulteriore conferma che lo fosse c’è anche la cartucciera che aveva con sé. Ieri i carabinieri sono tornati in quel podere col metal detector, la ricerca si è interrotta dopo un’ora a causa della difficoltà oggettiva di trovare reperti utili all’indagine in un fondo frequentato da cacciatori e per questo disseminato di residui metallici.

Altri elementi utili alle indagini potrebbero arrivare dall’esame del cellulare che Felice Orlando aveva con sé quando è stato trovato cadavere: un aspetto, questo, che tenderebbe a escludere che potesse avere avuto contatti recenti via telefono col proprio assassino. I carabinieri del Nucleo investigativo di Ravenna, Nor e stazione di Castel Bolognese stanno setacciando la vita del defunto alla ricerca di possibili screzi che possano portare a un possibile movente, che ancora non c’è. Oltre all’abitazione della vittima è stato messo sotto sequestro il suo Pick Up Fiat Scudo bianco.

Ieri, nell’abitazione di via Barignano 554 in cui Felice abitava, i familiari presenti hanno chiesto ai cronisti di essere lasciati in pace: "Vogliamo solo che venga trovato chi ha ucciso Felice. Lasciate fare il loro lavoro ai carabinieri".