Foto choc col cadavere: il caso è archiviato

Non ci fu vilipendio da parte dell’ex infermiera Danela Poggiali e della sua collega che scattò le immagini col telefonino

Uno degli scatti incriminati: Daniela Poggiali con una paziente deceduta

Uno degli scatti incriminati: Daniela Poggiali con una paziente deceduta

Ravenna, 13 novembre 2015 - E’ stato archiviato il fascicolo per vilipendio al cadavere, aperto a carico dell’ex infermiera 43enne Daniela Poggiali dell’ospedale Umberto I di Lugo. Nelle foto Poggiali appare sorridente e con i pollici alzati accanto a una paziente di 102 anni e sei mesi appena deceduta.

L’archiviazione è stata disposta dal Gip del Tribunale di Ravenna, ed è emersa stamattina in corte d’assise a Ravenna, nel processo che vede la 43enne accusata di avere ucciso una sua paziente 78enne la mattina dell’8 aprile 2014 con una iniezione letale di potassio.

Il pm Angela Scorza, titolare di entrambi i fascicoli, ha spiegato che dalle verifiche non era emerso alcun contatto fisico con il cadavere, presupposto affinché si potesse configurare il vilipendio a termini di giurisprudenza prevalente. «Non tutto ciò che è immorale e biasimevole - ha poi sottolineato il Pm - è penalmente rilevante».

La questione archiviazione si è posta nell’imminenza della deposizione di Sara Pausini, la 36enne Oss (operatrice socio-sanitaria), che materialmente realizzò i due scatti la sera del 22 gennaio 2014 per condividerli poche ore dopo con la collega tramite whatsapp. Le due immagini, scoperte dai carabinieri dell’Investigativo nel telefonino della Poggiali durante le indagini sulla morte della 78enne, era poi costate il licenziamento a entrambe: per la 43enne l’allontanamento dall’Ausl era stato confermato sia dal giudice del Lavoro di Ravenna che nel successivo appello a causa della loro incompatibilità con la professione di infermiera, a prescindere da qualsiasi vaglio penale. Per la 36enne, sempre davanti al giudice del Lavoro di Ravenna, era invece stato raggiunto un accordo con l’Ausl Romagna che, di fronte alla conferma del suo licenziamento, si era impegnata a versarle 9.000 euro.