Cagnoni, tutto oggi: ergastolo, 30 anni o perizia

Atto finale in Cassazione per il dermatologo accusato dell’omicidio della moglie Giulia Ballestri. Permessi non prima del marzo 2022

Migration

È l’ultimo atto. Conferma dell’ergastolo – sancito da due sentenze – o pena a tempo, vale a dire 30 anni. In seconda istanza, perizia psichiatrica e appello da rifare. Si decide oggi, a Roma, in Corte di Cassazione, il futuro di Matteo Cagnoni. Il 55enne dermatologo ravennate è accusato di avere ucciso, il 16 settembre 2016 nella villa di via Genocchi, con premeditazione e ferocia, la moglie 39enne Giulia Ballestri che lo voleva lasciare. Questa mattina giocherà la sua ultima carta, nella speranza di ottenere dagli ’ermellini’ quella perizia psichiatrica che la Corte d’Appello di Bologna gli ha negato nel settembre 2019. Non avendola chiesta da subito, negando e incolpando fantomatici assassini acrobati, davanti a lui c’è l’Everest.

L’inversione di rotta, parziale – non ha mai confessato – è arrivata con il nuovo difensore, l’avvocato bolognese Gabriele Bordoni. Il quale ha preparato l’udienza odierna tralasciando il tema della responsabilità del medico, ritenendo sotto questo aspetto blindate e non contestabili le sentenze di primo e secondo grado che ne hanno accertato la colpevolezza. La difesa punta tutto sulla perizia psichiatrica, per valutare quelle che erano le condizioni del medico al momento dell’omicidio. Bordoni è andato a trovare in carcere il suo cliente e, come da un po’ di tempo a questo parte, lo ha trovato in stato di ’black out di segmento’. Tradotto, una chiusura mentale completa su quanto accaduto quella tragica mattina di fine estate nella villa del nonno. Non dice, Cagnoni, ’sono stato io’, ma per la prima volta neppure il contrario. L’instabilità psichica dell’uomo è stata riconosciuta dai medici che in carcere lo hanno avuto in cura, sostiene la difesa, cogliendo un parallelo con il caso Franzoni: la mamma di Cogne non era incapace di intendere e di volere, ma certamente in stato di alterazione psichica quando uccise il piccolo Samuele. Ecco cosa potrebbe succedere oggi. Davanti ai giudici di Cassazione, il relatore illustrerà il caso, il procuratore generale (l’accusa) chiederà la conferma dell’ergastolo, la difesa la perizia per semi infermità, la cui eventuale concessione determinerebbe un processo da rifare in appello a Bologna. Non determinerà, invece, la concessione delle attenuanti generiche il recente risarcimento di 4 milioni di euro alla famiglia di Giulia, in quanto innescato da sentenze esecutive di pignoramento e che, per sortire effetti giuridici, Cagnoni avrebbe dovuto offrire prima della sentenza di primo grado. Certo, il fatto che finalmente abbia pagato può incidere nella psicologia dei giudici. E porterà oggi l’avvocato dei Ballestri, Giovanni Scudellari, a revocare la costituzione di parte civile e a uscire di scena. Oggi l’uccisione del coniuge è sufficiente a determinare l’ergastolo, nel 2016 non lo era. Cagnoni lo ha preso in quanto gli vengono contestate aggravanti come crudeltà (il volto cancellato contro lo spigolo) e premeditazione. La Cassazione, in astratto, potrebbe non riconoscerle e uscire dalla camera di consiglio con una sentenza definitiva a trent’anni. Il medico è in carcere da 4 anni e 130 giorni. Anche in caso di ergastolo non potrà uscire, usufruendo di permessi, che presuppongono resipiscenza e buona condotta, prima del marzo 2022. Cioè non prima di un quarto di 26 anni (termine della libertà condizionale) dal giorno della detenzione.

Lorenzo Priviato