Calendario d’arte dedicato a Dal Pozzo

Promosso da Cassa e Fondazione Cassa, scelte le opere del pittore dedicate alle rocche romagnole

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È dedicato a Tommaso Dal Pozzo (Faenza, 3 novembre 1862 – 20 febbraio 1906) il calendario artistico del 2023 promosso dalla Cassa e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. La presentazione di Franco Gàbici delinea un profilo biografico dell’artista che ne rileva i caratteri di forte personalità.

Il calendario di quest’anno si presenta con una veste insolita. Di tutta l’opera pittorica di Dal Pozzo, infatti, è stata scelta la raffigurazione di alcuni dei castelli e delle rocche più significative del paesaggio della Romagna, un tema evidentemente molto caro all’artista.

Giorgio Costa, giornalista e collezionista, a cui si deve la messa a disposizione delle opere, nel suo commento critico e storico, ricorda che Dal Pozzo nacque a Faenza il 3 novembre 1862, da Luigi Dal Pozzo e Caterina Giacometti in una casa dell’allora via Domizia n. 65 (oggi corso Matteotti 60). Un’abitazione importante per il mondo dell’arte visto che nemmeno un secolo prima, nel 1787, aveva visto i natali di un altro grande artista faentino, poi romano di adozione, Tommaso Minardi. Fal Pozzo rimase presto orfano di padre e venne affidato al locale orfanotrofio. Nel 1874 reiterò domanda di iscrizione al corso della Scuola di Arti e Mestieri diretta dal professor Antonio Berti. Ebbe come insegnante lo stesso Berti, ma chi lo iniziò alla vita artistica fu Giuseppe Ghinassi, un benestante faentino che dipingeva su maiolica per diletto.

Nel 1884-85 gli anni in cui si sposa con Anna Gallegati e dipinge con successo su ceramica, ottenendo un primo grande successo nel 1888 all’Esposizione d’arte di Bologna. E dalla fine degli anni ’80 inizia a dedicarsi anche alla pittura da cavalletto. Dal 1892 iniziò a impartire lezioni gratuite di disegno agli ospiti dell’orfanotrofio cittadino. Negli anni a seguire Dal Pozzo ebbe numerosi successi e, tra gli altri, eseguì il disegno architettonico della Cappella del Crocifisso ail Santuario Faentino del Santissimo Crocifisso, nei primi anni del ’900 realizzò il suo capolavoro a Solarolo nella villa ’Il Palazzone’ decorando il soffitto e le pareti del ’Salone delle feste’ con la raffigurazione allegorica delle quattro stagioni.

Morì a soli 43 anni, il 20 febbraio del 1906. Scrisse di lui Gaetano Ballardini: "Egli non solo vedeva con occhio di pittore, ma intuiva con animo di poeta".