"Cani denutriti e tra gli escrementi in cortile"

In tribunale la testimonianza di due vicine e un vigile urbano. Il processo vede padre e figlio accusati di maltrattamenti sulle bestiole e minaccia

"Cani denutriti e tra gli escrementi in cortile"

"Cani denutriti e tra gli escrementi in cortile"

"I due cani, il pitbull Demon e il bulldog francese Whisky, stavano sempre in cortile, con il freddo e con 30 gradi, in mezzo agli escrementi. Ed erano talmente magri che si contavano le costole perché non veniva dato loro da mangiare". Questo in sintesi è quanto sostenuto ieri in tribunale a Ravenna, davanti al giudice Cosimo Pedullà e al viceprocuratore onorario Katia Ravaioli, durante l’udienza del processo a carico di Nunzio e Antonino Scaravilli, padre cinquantenne e figlio 23enne, originari di Catania ma domiciliati a Lido Adriano, difesi dall’avvocato Giuliano Lelli Mami. In particolare, il secondo era il proprietario degli animali che sono stati sequestrati il 30 ottobre 2020 dagli agenti della Polizia locale di Ravenna e ancora si trovano in custodia al canile municipale.

Padre e figlio Scaravilli devono rispondere di maltrattamento di animali, minaccia e getto pericoloso di cose dopo che sono stati denunciati più volte, in particolare, da una vicina di casa, una 57enne originaria della Romania. È stata lei ieri mattina la prima a parlare davanti al giudice, raccontando delle diverse segnalazioni effettuate ai vigili urbani a partire dall’agosto 2019. In particolare la donna ha parlato del "cortile su cui si affaccia la finestra della mia cucina, pieno di feci degli animali lasciati sempre lì per due anni come abbandonati senza acqua né cibo. Nessuno dava loro da mangiare". "Una volta – ha aggiunto la 57enne –, il cane più grande, tentando di entrare in casa del padrone ha anche rotto il vetro della finestra e si è ferito". Poi la donna ha anche riferito il contenuto di alcuni messaggi ricevuti dai vicini di casa con insulti e minacce. Anche un’altra vicina di casa ha parlato delle condizioni dei due cani: "Erano talmente magri che si contavano le costole –ha dichiarato in aula –, allora io compravo cibo e glielo davo attraverso la rete". Sullo stato del cortile la donna ha aggiunto che i proprietari "non pulivano mai e soprattutto d’estate era pieno di mosche. La situazione migliorava quando passavano a controllare carabinieri e vigili urbani, chiamati dalla nostra vicina". Ieri ha parlato anche un agente della Polizia locale di Ravenna confermando lo stato in cui si trovavano i cani.

Di tutt’altro parere l’avvocato Lelli Mami, che tutela padre e figlio che dovrebbero parlare durante la prossima udienza in programma a inizio maggio. La versione della difesa è che gli animali non erano abbandonati in cortile ma avevano la possibilità anche di stare in casa. La porta dell’abitazione sarebbe stata chiusa una sola volta che poi corrisponderebbe all’episodio del ferimento del pitbull, nel tentativo di entrare.

Milena Montefiori