Ravenna, due capre sbranate: "Sono stati i lupi"

Mazzotti: "È successo nella notte tra domenica e lunedì e gi à mi era capitato in passato, nel 2020. Erano chiuse in un recinto"

Gli animali uccisi e il proprietario

Gli animali uccisi e il proprietario

Ravenna, 13 dicembre 2022 - Nella notte tra domenica e lunedì sono state sbranate i le ultime due capre di Pietro Mazzotti a Savarna, e per l’uomo non ci sono dubbi: "Sono stati i lupi". Lo spettacolo che si è presentato al pensionato, ieri mattina, è stato straziante. Una prima capra è stata sbranata per metà, la seconda ferita a morte. E non è la prima volta che capita. Già nel 2020, un’altra capra era stata fatta a brandelli da lupi affamati. "Mi piaceva tenere qualche capra – racconta Mazzotti – per il piacere di avere latte fresco e di produrre artigianalmente qualche formaggio. Ma dopo questo secondo episodio, con gli animali ho chiuso. Terrò solamente le galline che mi sono rimaste".

A nulla è servito tenere le capre, di grande taglia per un peso di circa una sessantina di chili l’una, all’interno di un recinto con rete alta e chiuso con un cancello di un metro e venti centimetri.

"Due anni fa ero stato zitto – ricorda Mazzotti – seguendo il consiglio di un amico che diceva che queste denunce poi andavano per le lunghe. Ma stavolta ho voglia di gridare al mondo quanto accaduto, perché tutti devono sapere i danni che possono derivare dalla sempre più frequente discesa dei lupi dalle colline verso le campagne. Un fenomeno destinato a crescere, non è fantascienza come qualcuno ancora crede. Sono in tanti, anche tra i miei vicini di casa e conoscenti, che ne hanno fotografati a due passi dal centro abitato. Non è vero che possono essere utili per uccidere le nutrie lungo i canali, perché le nutrie sono animaletti furbi e capaci di nascondersi bene. I lupi, invece, continuano ad avere fame e così si ‘servono’ altrove".

La preoccupazione di Mazzotti è condivisa dal vicino, proprietario di alcune oche, galline e tacchinelle, che a volte hanno subito l’assalto delle volpi, e soprattutto di un asinello rimasto con tre zampe a seguito di una malattia. In caso di pericolo, la bestiola non sarebbe neanche in grado di scappare.

Per Mazzotti c’è una sola soluzione. "Se non si dà uno stop al più presto, il problema potrà solo peggiorare. Gli ambientalisti forse fanno finta di non capire, ma i lupi devono tornare da dove sono venuti, dalle colline, e là restare per il bene di tutti. Anche se non c’è pericolo per le persone, visto che i lupi tendono a rimanere nascosti quando c’è trambusto, non è possibile ritrovarsi periodicamente con i propri animali sbranati".

Non solo i lupi ma anche cinghiali e caprioli, già da tempo, sono ricomparsi in pianura e una soluzione andrà al più presto trovata.