Cardiochirurgo senza titoli: tre condanne a Ravenna

I vertici di Villa Maria di Cotignola sono però stati assolti dalle accuse di frode, falso e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Condanne per esercizio abusivo della professione medica (foto d’archivio)

Condanne per esercizio abusivo della professione medica (foto d’archivio)

Tre condanne a sei mesi di reclusione e 18 mila euro di multa, con pena sospesa, per l’esercizio abusivo della professione medica. Per il resto delle imputazioni - falso, omissione di atti d’ufficio, violazione della legge sull’immigrazione e frode -, tutti assolti con varie formule. Così ieri ha deciso il giudice Cecilia Calandra in merito al caso sorto a suo tempo al Maria Cecilia Hospital di Cotignola per via di un medico serbo senza laurea riconosciuta in Italia né permesso di soggiorno.

L’inchiesta dei carabinieri del nucleo lavoro coordinata dal pm Cristina D’Aniello, si era innescata nel febbraio 2015 in seguito al suicidio in un hotel di Lugo di un giovane cardiologo il quale aveva lasciato una lunga lettera con cui lamentava discriminazioni a suo carico.

Nel dettaglio, per i dirigenti di Villa Maria (direttore sanitario e direttore generale) è stata pronunciata assoluzione piena dal reato di frode nelle pubbliche forniture contestato per via della richiesta del rimborso di prestazioni sanitarie compiute da chi non era per la legge italiana formalmente medico (il luminare serbo Zarko Calovic) per quasi 7 milioni di euro (in caso di condanna, le somme avrebbero dovuto essere restituite). Assoluzione anche per gli oltre 400 casi di contestati falsi in atto pubblico (ovvero falsificazione dei registri operatori) e per la violazione della legge sull’immigrazione. Nel dettaglio, il direttore sanitario è stato dunque assolto da tutti i reati mentre il direttore generale Bruno Biagi è stato condannato a sei mesi con la sospensione condizionale (il pm chiedeva un anno e sei mesi) assieme al cardiochirurgo di fama internazionale Carlo Pappone e al Calovic per alcuni episodi di esercizio abusivo della professione medica.

In ipotesi d’accusa, era stato tenuto nascosto il fatto che il medico serbo fosse clandestino e senza titoli: il tutto per consentirgli di operare nonostante tutti fossero consapevoli della sua situazione. Da qui, richieste di condanne fino a tre anni. Pappone - difeso dall’avvocato Raffaele Della Valle noto tra le altre cose per essere stato l’avvocato di Tortora - aveva in sintesi spiegato che Calovic era uno dei massimi esperti al mondo in determinate metodologie di impiantistica al cuore. A tal fine aveva anche prodotto un video di un convegno di interesse internazionale in cui il serbo eseguiva a Villa Maria un intervento proprio per dimostrare le tecniche innovative che aveva ideato unitamente all’equipe. Da parte sua il direttore generale Biagi aveva invece ribadito che il Calovic era a Villa Maria esclusivamente quale ricercatore scientifico: e lui mai aveva saputo che avesse fatto altro.

"Accogliamo positivamente la sentenza - ha dichiarato l’avvocato Giovanni Scudellari che tutelato Villa Maria assieme al collega Lorenzo Marangoni - dato che decreta l’assoluzione di dirigenti e personale medico del Maria Cecilia Hospital in particolare dall’accusa di frode. Abbiamo affrontato il processo con grande senso di responsabilità, collaborazione e trasparenza verso la magistratura, nella quale abbiamo sempre avuto la massima fiducia".