SARA SERVADEI
Cronaca

Carenza di medici di base. Dieci vanno in pensione. Ma ne servirebbero 109

Marabini (Cure primarie): "Servizi garantiti grazie a 500 studenti e professionisti". Dal bando di aprile ci si aspetta assunzioni, ma sarà difficile colmare la mancanza. Il problema è più sentito a Castel Bolognese e Riolo: entro l’anno se ne vanno in 4.

Un medico di medicina generale al lavoro in una foto di repertorio

Un medico di medicina generale al lavoro in una foto di repertorio

Sono dieci i medici di base che quest’anno lasceranno l’incarico e andranno in pensione, ad aggravare una carenza contro cui la sanità territoriale deve fare i conti da anni. E intanto si attendono le graduatorie del bando regionale di aprile per le nuove assunzioni, anche se si ritiene probabile che le nuove nomine non saranno sufficienti ad appianare la mancanza di 109 professionisti in tutta la provincia, le cui ore di incarico ora vengono coperte grazie al supporto di studenti e specializzandi.

Andiamo con ordine. Quest’anno andranno in pensione tre medici a Castel Bolognese (i primi due dal 1 luglio, il terzo dal 1 settembre), uno a Riolo Terme (dal 1 luglio), due a Mezzano (dal 1 luglio ed entro l’anno), uno a Bagnacavallo (dal 1 giugno), uno a Faenza (dall’11 luglio), uno a Fusignano (ad agosto) e uno a Lugo (entro l’anno). L’età della pensione per i medici di base scatta a 70 anni, ma ora la legge permette di prorogare eventualmente il termine. Ma c’è anche chi sceglie di andare in prepensionamento, che si può richiedere a partire dai 62 anni. Il luogo in cui lavorano è la vera chiave per leggere questa crisi, che è più grave nei piccoli paesi: "Se venissero meno alcuni medici a Ravenna non succederebbe nulla, ma ci sono località dove i medici sono pochi e quei pochi hanno già raggiunto il massimo degli assistiti – spiega il direttore del dipartimento di Cure primarie dell’Ausl in provincia, Mauro Marabini –. Il problema maggiore al momento è tra Castel Bolognese e Riolo Terme, dove se ne vanno 4 medici su 15. Al momento stiamo formando una persona per Castel Bolognese, un’altra è già stata individuata per subentrare dal 1 giugno a Bagnacavallo, un’altra ancora per Mezzano".

In tutta la provincia mancano 109 medici di base e della guardia medica (attualmente il ruolo è unico, ndr). Infatti si prevede che sia presente un medico per ogni 1.200 abitanti sopra i 14 anni e uno ogni 5.000 residenti in generale. In base a questo calcolo in provincia servono 365 professionisti, e al momento ne sono presenti 256. Nel territorio del comune di Ravenna la carenza è di 40 posti su 148 totali. Alcuni dovrebbero essere coperti dal bando regionale che si è tenuto ad aprile, ma l’Ausl teme che, a causa della generale carenza, non saranno sufficienti per tutto il fabbisogno. Tra gli incarichi non solo quello ’classico’ del medico di famiglia, ma anche i turni di guardia medica, negli ospedali di comunità, nei Cau e nelle case di riposo. E sono coperti, assicura l’Ausl: "Sono 38mila ore di servizio da garantire. E ciò avviene grazie a 500 medici, tra chi è di ruolo e chi ha un contratto temporaneo in quanto specializzando – aggiunge Marabini –. Questi ultimi possono fare solo 12 ore a settimana di attività o anche meno, perché stanno frequentando il corso di specialità. Oltre 150 persone, insomma, non lavorano a tempo pieno: per coprire il turno di un medico servono 2/3 persone. Fondamentale è che il lavoro sia concentrato nelle mansioni cliniche, mentre oggi abbiamo molti medici che si ritrovano a portare avanti anche compiti burocratici o di segreteria di cui potrebbero occuparsi altre figure, è un problema enorme. E poi ci sono servizi che potrebbero essere razionalizzati".

Come noto, nella sanità pubblica la carenza di personale è un problema che non colpisce solo i medici: "In Italia mancano molti più infermieri che medici, anche perché stanno crescendo meno dei medici – conclude Marabini –. Negli altri Paesi Ocse va meglio che da noi".

Sara Servadei