Casa della ex a fuoco L’indagato non parla

In silenzio durante l’interrogatorio di garanzia il 39enne di Meldola, finito all’ospedale con ustioni. È in carcere anche per stalking e maltrattamenti

Migration

Si è avvalso della facoltà di non rispondere il 39enne di Meldola arrestato sabato scorso per aver incendiato, la notte tra il 27 e il 28 luglio scorso, l’auto della ex con le fiamme che avevano finito per propagarsi anche all’abitazione della donna, a Reda di Faenza. Lui stesso era poi stato ricoverato in ospedale con ustioni di primo grado sul 36% del corpo. L’uomo si trova in carcere a Modena in esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Ravenna Corrado Schiaretti per pericolo di reiterazione del reato. Difeso dall’avvocato Stefano Rolli di Forlì, davanti al gip non ha parlato durante l’interrogatorio di garanzia che si è tenuto in video conferenza. Il fascicolo ora è in carico alla Pm Cristina D’Aniello. Il 39enne, oltre che di incendio aggravato, risponde anche di maltrattamenti psicologici nei confronti della donna tra il 2016 e il 2020. E di stalking dal 2020 ai giorni nostri per le minacce e le molestie che avrebbe messo in campo a partire dalla separazione. Le ultime due contestazioni sono affiorate dalla seconda audizione della donna: quella attraverso la quale lei aveva descritto i pregressi rapporti con l’ex facendo così scattare il codice rosso. Le fiamme si erano sviluppate attorno alle 2; la donna in quel momento si trovava in vacanza al mare fuori regione.

Poco dopo i carabinieri della stazione di Granarolo Faentino avevano saputo che un uomo – in seguito rivelatosi il 39enne – si era presentato in ospedale a Faenza con estese bruciature. Da qui era stato trasferito al centro grandi ustionati del Bufalini di Cesena. Ai medici aveva detto di essersi bruciato con della benzina senza però sapere dire come, dove e quando. Su questo fronte, si è in attesa degli accertamenti tecnici su auto e abiti del 39enne affidati all’ingegnere Carlo Dall’Oppio. Il 22 luglio il tribunale di Ravenna aveva emesso un provvedimento di affidamento esclusivo della prole a favore della donna con l’obbligo per l’uomo di versare 350 euro mensili di mantenimento. La somma andava prelevata dallo stipendio del 39enne: e così circa 24 ore prima del rogo, l’atto era stato notificato al datore di lavoro dell’uomo a Forlì.