"Case di riposo, aprire di più alle visite"

Mazzoni (Ausl): "Utilizziamo le stesse modalità di quando non c’erano i vaccini ma, con le dovute attenzioni, bisognerebbe alleggerirle"

Migration

Tre focolai di rilievo e una miriade di piccole situazioni: pochi casi che si risolvono da soli, mentre la struttura si chiude a riccio bloccando le visite esterne. Basta un solo caso, infatti, per chiudere gli accessi nelle case di riposo: una regola che appare molto rigida nel contesto attuale, e nei confronti della quale anche chi si occupa della materia auspica un alleggerimento. In questi giorni di grandissima diffusione il virus è entrato anche nelle strutture per anziani, per fortuna senza le conseguenze drammatiche dell’autunno 2020.

"Abbiamo alcuni focolai di dimensioni importanti alla cra Baccarini di Russi, alla Jus Pascendi di Conselice e alla Sassoli di Lugo – spiega Roberta Mazzoni, direttrice del Distretto sanitario di Ravenna dell’Ausl Romagna –. Generalmente consideriamo i focolai di rilievo quando si superano i 10 anziani coinvolti e scattano procedure quali la creazione di un nucleo Covid, il potenziamento del personale e una maggiore presenza dei medici delle unità Usca". Si tratta di situazioni che in realtà non sono così frequenti: accanto alle tre cra colpite più duramente infatti ce ne sono tante altre con uno o due casi, piccoli focolai che spesso si risolvono da soli. È cambiata anche la genesi dei contagi: "In questo periodo l’infezione nelle strutture generalmente parte da operatori che hanno figli in età scolare – dice Mazzoni –. Nelle precedenti ondate al contrario la genesi era nella casa di riposo e da lì si estendeva ai nuclei famigliari dei lavoratori. Ora sono altri i contesti che producono l’infezione sugli operatori, e da lì si possono innescare alcuni casi all’interno delle strutture. Stiamo cercando di governare la situazione con la collaborazione degli enti gestori e il supporti dei servizi di Sanità pubblica, Cure primarie e della Direzione infermieristica".

Una delle prime conseguenze che scattano di norma anche in presenza di una sola positività è la chiusura delle visite da parte dei parenti: "Tecnicamente non c’è stato un blocco generale come avvenuto nelle ondate precedenti, ma in questo momento effettivamente gli accessi sono stati interrotti in molte strutture con provvedimenti dell’Igiene pubblica, seguendo le regole – prosegue Mazzoni –. Auspichiamo che arrivino nuove indicazioni da parte della Regione e del Ministero, perché in effetti continuiamo a utilizzare le stesse modalità che si usavano quando non c’erano i vaccini. Servirebbe un alleggerimento di questa regola per i focolai molto piccoli: potrebbe essere utile fare una revisione delle attuali regole, perché abbiamo visto quanto è importante il rapporto coi famigliari nelle strutture. Si continuano a usare telefonate e videochiamate, ma non è la stessa cosa. Gli anziani hanno sofferto tanto la mancanza di visite nelle fasi precedenti della pandemia, per loro gli incontri sono terapeutici. Potrebbe essere utile fare una valutazione su un numero di operatori e ospiti positivi entro i quali mantenere gli accessi".

Sara Servadei