Case popolari da incubo. Rifiuti, spaccio e degrado: "Vogliamo le telecamere"

I residenti dei palazzi di via Gulli chiedono interventi rapidi e controlli "Maleducazione, criminalità, guasti non riparati: siamo esasperati".

Case popolari da incubo. Rifiuti, spaccio e degrado: "Vogliamo le telecamere"
Case popolari da incubo. Rifiuti, spaccio e degrado: "Vogliamo le telecamere"

Il senso civico e l’educazione, questi sconosciuti. Case popolari in via Tommaso Gulli, con numeri civici variabili (249 e 251 principalmente). La costante è la presenza di problemi. Che siano episodi di spaccio, rifiuti gettati all’esterno dei bidoni, disservizi, mancati riscontri alle segnalazioni effettuate ad Acer – "abbiamo tutto scritto", raccontano i residenti – vivere qui non è facile. E così i residenti hanno deciso di far sentire la propria voce. Con una richiesta di fondo: "Vogliamo le telecamere. E multe, multe e multe", dice Mariangela Zannini. Le si affianca Bruno Dragotta: "Qui c’è un insieme di problemi a cominciare da chi butta i rifiuti fuori dai cassonetti. Ho tre figli, e devo trovare gente che fa i bisogni in strada mentre passo con loro. Chiediamo le telecamere".

Alberto Cavalcoli mostra sul telefonino i pavimenti dei garage dove "alcuni ragazzini hanno svuotato 6 estintori. Estintori che poi sono stati riempiti di nuovo, a nostre spese". Gabriella Sodano lamenta la presenza "di una condomina sempre ubriaca, che mi ha minacciato di morte. Ha un pitbull e mi ha detto: ’Non prenderti il cane o te lo faccio sbranare’". Un altro residente, che chiede l’anonimato, segnala un commercio sospetto di automobili, anche di lusso, effettuato da un residente in una casa popolare che si sposterebbe "su un Porsche Cayenne". Questa persona "compra e vende auto, e molte le lascia ferme negli spazi dove dovremmo parcheggiare noi. Ce ne saranno una decina ferme. Una Fiat 500 è lì da 7 anni". Lucia La Rosa, da 20 anni residente al civico 249, lamenta la presenza di ragazzini molesti che "mi hanno scassato tre volte la serratura della porta. Li ho visti scappare, senza riuscire a identificarli. L’ultima volta è successo 2-3 mesi". Altra residente che non vuole nome e cognome segnala "episodi di spaccio nella zona dei garage, vengono ragazzi da qui vicino e stanno sotto casa a fare casino fino all’una. E io, che faccio le pulizie, mi alzo alle 4 e 30. Questo è diventato un vivere male". Che si tratti di dispetti o di esuberanza giovanile, l’esasperazione di chi affronta ogni giorno questa situazione è comprensibile. Altro anonimo è un uomo che vive al terzo piano in un altro palazzo di edilizia residenziale pubblica con la moglie, invalida al 100%. "Viste le sue condizioni, abbiamo chiesto sei mesi fa di spostarci al primo piano dello stesso stabile. Da Acer mi è stato detto "le faremo sapere", ma le risposte non sono arrivate. Diciamo che il suggerimento è stato di non sperarci. Mi chiedo perché. Pagherei io anche i lavori da fare nel nuovo appartamento". Al 249C c’è un problema di antenna. "Da una settimana non si vede la televisione. Abbiamo segnalato la cosa ad Acer e aspettiamo un tecnico".

È il turno di Luciano Coli: "Piove dentro, ed è un problema che abbiamo da una vita. Vivo qui dal 1986. Fanno una riparazione che dura pochissimo". Rosa Leone: "Chiediamo dignità e rispetto. Viviamo in una situazione di squallore e sporcizia. Non vogliamo essere trattati come animali". Anna Zavoli, qui dal 1984: "Sapesse quante volte qui non si dorme di notte per il baccano che fanno in strada. E non succede solo d’estate". Al 245A la mamma di un ragazzo invalido segnala che la porta d’ingresso del condominio si apre con una semplice spinta. "Ed è così da mesi. Sono venuti a ripararla, ma il lavoro non è stato fatto bene". In una vialetto di collegamento tra un caseggiato e l’altro c’è da anni un avvallamento. Ieri mattina si è rotta una tubatura, e ora l’acqua sta peggiorando la situazione. Viene contattata Acer. L’operatrice racconta che il problema le è stato segnalato e chiede se è possibile chiudere il contatore dell’acqua (non è possibile). Da un terrazzo si affaccia un uomo e indica uno scooter sull’erba: "Quello è rubato, come altre biciclette. Questo è un deposito di roba rubata". "Abbiamo la nostra dignità e i nostri valori – conclude Zannini –. Vogliamo che i problemi vengano risolti e l’installazione di telecamere".

Luca Bertaccini