
Assegnata la perizia fiscale. Tutti di nuovo in aula a ottobre per la discussione finale .
L’esperto dovrà restituire un quadro chiaro della situazione patrimoniale dell’imputato tra il 2015 e il 2020. E cioè dovrà valutare "l’eventuale sproporzione tra i redditi prodotti e quelli dichiarati" o comunque "riferibili a entrate lecite". Il tutto alla luce degli "incrementi patrimoniali", del "tenore di vita" della sua famiglia e di quello dei suoi genitori. E naturalmente anche di quei quasi 616 mila euro in contanti "rinvenuti a seguito di perquisizione" il 10 dicembre 2020 in una scatola di polistirolo nel suo garage adiacente all’allora ambulatorio di Sant’Antonio e giustificati dall’indagato come frutto di anni di risparmi.
L’ultimo tassello investigativo sul veterinario 51enne Mauro Guerra, lo ha disposto direttamente il giudice Piervittorio Farinella: un approfondimento fiscale che si dipanerà a partire da specifici quesiti consegnati giusto giovedì scorso nelle mani dell’esperto Stefano D’Orsi. In particolare il perito, alla luce degli atti e del fascicolo del dibattimento, dovrà descrivere la situazione contabile e finanziaria di Guerra nei cinque anni abbracciati dalle accuse tenendo in particolare conto di tutte le attività svolte dall’imputato: e nel calcolo, dovranno rientrare tutte le voci in grado di restituire "entrate monetarie". Al perito toccherà pure il compito di riesaminare le agende e gli appunti del 51enne trovati dagli inquirenti nel corso delle perquisizioni. Con un obiettivo preciso: "interpretare i valori numerici riportati". L’analisi dovrà fare luce pure sulla documentazione fiscale relativa "all’acquisto dei farmaci a vario titolo utilizzati dall’imputato" al fine di ricostruire le "modalità di acquisito dei medicinali rinvenuti". Il vaglio riguarderà allo stesso modo "la documentazione rinvenuta nella disponibilità della madre" del veterinario. Da ultimo la relazione dovrà contenere la descrizione delle "movimentazioni dei conti correnti e degli investimenti" fatti sia dal 51enne che dai genitori. La perizia verrà depositata entro settembre; e a ottobre le parti si ritroveranno in aula per confrontarsi su quanto emerso: la sentenza potrebbe dunque arrivare già entro quel mese.
È chiaro che l’approfondimento voluto dal giudice, avrà un certo peso sulla decisione finale. Basti pensare che dei 13 anni e 4 mesi di carcere chiesti in totale dalla procura, 7 erano relativi proprio alle contestazioni fiscali. A suo tempo, alla luce del colpo di scena introdotto dal giudice nel giorno della attesa sentenza, le difese (avvocati Claudio Maruzzi e Antonio Vincenzi), si erano dette fiduciose del fatto che la perizia avrebbe potuto legittimare la ricostruzione già offerta in dibattimento dal loro consulente, confermato anche in questa fase.
Per l’accusa - che ha nominato un proprio consulente - si era di fronte a una doppia contabilità in nero con magazzino in nero nel quale fare rientrare il giro d’affari. Nel mirino pure l’occultamento di quei 616 mila euro e l’ingente acquisto di terreni. Per quanto riguardo la difesa invece, nella sua arringa l’avvocato Vincenzi aveva sottolineato che "l’evasione complessiva contestata, ammonta a 1,6 milioni di euro: ma noi pensiamo che in quei numeri non ci sia nessuna attività da veterinario o da agricoltore". Il resto degli equivoci sui calcoli, sarebbe sorto ignorando lo stile di vita particolarmente frugale dell’imputato.
Andrea Colombari