Di film dedicati al tema della cecità ce ne sono tantissimi, tra cui anche alcuni capolavori indimenticabili, a partire da Anna dei Miracoli di Arthur Penn per arrivare a Dancer in the Dark di Lars von Trier. Il film, di qualche anno fa, a cui lei fa riferimento è ’Il colore nascosto delle cose’ di Silvio Soldini, con Valeria Golino e Adriano Giannini. Ed è vero, come lei scrive, che a colpire della protagonista sono l’ironia e la totale mancanza di retorica e artificio nelle cose che dice e che fa. È una donna forte e determinata che è riuscita a fare della sua cecità un punto di forza, al contrario del protagonista maschile che sì, ci vede, ma ha un approccio talmente superficiale con la realtà da mostrare una cecità mentale enorme. I due protagonisti non si incontrano ad una cena, ma a una mostra organizzata con gli stessi intenti dell’appuntamento cervese, e cioè far vivere a una persona che vede, l’esperienza della cecità. Le prospettive di invertono, anche i rapporti si ribaltano nel vivere situazioni che hanno l’obiettivo di sviluppare in chi partecipa una sempre maggiore empatia, cioè la capacità di mettersi nei panni di un altro, di sentire quello che l’altro sta provando. Una capacità che stiamo perdendo sempre di più, altrimenti non si spiegherebbe quello che accade attorno.
CronacaCecità, cinema d’autore ed empatia