"Cena Itinerante, in città è stata di nuovo festa"

La soddisfazione degli organizzatori per l’appuntamento che ha inaugurato il weekend del Distretto A a Faenza

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Vicoli brulicanti di persone in festa tra sorrisi, abbracci e brindisi per una serata da 7.000 persone. Fotografie dalla Cena Itinerante che ha inaugurato venerdì sera il lungo weekend del Distretto A. Un viaggio nella Faenza alternativa, artistica e culturale che ha saputo trasformare la stanza dei forni del Museo Carlo Zauli in un club esclusivo, con tanto di bar, musica d’avanguardia e sfere specchiate brillanti tra le luci stroboscopiche. "C’è tantissimo movimento per questo evento che torna dopo due anni di stop" dice Matteo Zauli, direttore del museo. O il parco di piazza San Francesco, evolutosi in un luogo indefinito e antitetico nel quale in un angolo si spillavano birre mentre sotto il severo e statuario sguardo dell’Evangelista Torricelli un disc jockey ‘girava’ vinili di un’altra epoca in diffusione con due grammofoni. Non solo quindi un percorso all’insegna dell’enogastronomia, nonostante gli oltre cinquanta punti allestiti da ristoratori professionisti, cantine e associazioni di volontari. "Ottima affluenza, gente fantastica. Da faentino dico che è una tappa fissa da ripetersi tutti gli anni" rileva Guido Baccarini dell’azienda agricola Carta Bianca. "Siamo venuti per vedere gente nuova – gli fa eco Elia Toni del Doc32 di Cesena –. Per noi questa è la prima partecipazione. Abbiamo trovato un bell’ambiente e un bel mood".

Non sono mancate le passeggiate alla scoperta della città nascosta nelle corti dei palazzi, nelle stanze degli studi professionali, nei giardini pubblici e privati o anche dentro all’istituto di credito. " Non è facile cucinare in una banca – scherza Davide Casamenti dell’osteria la Campana –. Siamo di Pianetto di Galeata e partecipiamo al distretto A da anni. Qui si riesce a farsi vedere, apprezzare e scoprire". Sotto un cielo luminoso colorato dal riflesso del videomapping sui muri c’è stato anche chi ha deciso di festeggiare il proprio addio al nubilato. "Ci piace il vino e la cena itinerante – rimarcano le amiche della futura sposa tutte vestite di rosa –. Noi stasera abbiamo fatto aperitivo". C’è stato inoltre chi ha preferito non mescolarsi alla calca ma prendere comunque parte alla Cena Itinerante, chiamando a raccolta gli amici e pasteggiando all’interno del proprio garage a saracinesche spalancate. Per molti però è stato altresì facile approfittare dei flussi e del caldo per concedersi un giro al museo del Risorgimento di Palazzo Laderchi. "Abbiamo avuto alcune centinaia di visitatori stasera – sottolinea Aldo Ghetti –. Molte persone sono rimaste stupite scoprendo l’esistenza di questi saloni, di questi terrazzi e dell’esposizione su Napoleone che abbiamo allestito". Nel 2019 le presenze erano state almeno 3.000 in più. Qualcuno inoltre ha storto il naso per le consumazioni consentite solo con braccialetto. "Il nostro obiettivo non era crescere nei numeri né fare i controllori ma tornare alle situazioni di qualità a cui eravamo abituati, con numeri accettabili – afferma Bianca Maria Canepa, organizzatrice –. Faenza aveva voglia di questo evento. Siamo tornati al contatto umano che avevamo perso" e forse questo era ciò che più contava.

Damiano Ventura