
L’ufficializzazione non prima di settembre. Il ruolo di vice ambito da almeno tre figure
"Settembre, andiamo": occorrerà attendere tutta l’estate per vedere ufficializzata quella che quasi tutti danno già per certa, e cioè la ricandidatura a sindaco di Massimo Isola. Il bis del primo cittadino, ancora da annunciare, non è una sorpresa. In una città designata a essere un’anticipatrice della ‘Romagna del futuro’, che per prima vedrà messi in campo gli interventi di messa in sicurezza destinati a essere ‘copiati’ ovunque, dal bolognese a Riccione, non appare strano che il presidente della Regione voglia confermare un suo fedelissimo col quale lavorare gomito a gomito. Anche per questo Isola, in caso di vittoria, sarebbe intenzionato a proseguire con tutta o quasi la squadra che lo circonda, proprio perché già rodata dai ripetuti stress test che le alluvioni hanno imposto. A chi gli è vicino Isola continua a ripetere che "i prossimi cinque anni saranno difficili quanto gli ultimi cinque", non tanto per il fronte pandemico quanto per quello climatico: la Romagna è in prima linea contro le intemperie idrogeologiche, e nell’attesa di vedere in funzione i sistemi di protezione progettati per la città saranno ancora molte le allerte rosse e le notti insonni. Pur nella certezza del disegno di fondo, alcune sfumature sono ancora da definire: innanzitutto il ruolo di vicesindaco – per prassi appannaggio di un centrista, considerando che Isola proviene dalla sinistra del partito – è ambito da almeno tre figure. In primis dall’attuale numero 2 Andrea Fabbri, tallonato però dall’assessore al Welfare Davide Agresti, enfant prodige della galassia Caritas, forte di entrature fin ai livelli romani in quel mondo che fatalmente è entrato in pianta stabile nel ‘sistema di valori’ del centrosinistra italiano. ‘Faenza 4020’, associazione di cui è il volto più riconoscibile, da mesi si è già messa in moto in chiave 2026, con eventi pubblici e iniziative. Sempre al centro sono forti anche le ambizioni di Luca Cavallari, attuale presidente di Faventia Sales: un suo sbarco in politica non è da escludere (fu candidato consigliere anche nel 2026) ma sul suo curriculum pesano alcuni elementi: in una città impoverita dai disastri climatici apparirebbe complicato proporre chi ricopre il ruolo di direttore di una scuola privata, dalle rette non propriamente ‘popolari’. Ad ogni modo, per Agresti come per Fabbri il ruolo di vice sarebbe un prologo a un’eventuale candidatura nel 2031, considerando la staffetta che vede il Pd faentino esprimere in alternanza un uomo di sinistra e uno di centro. Dinamiche vetuste secondo alcuni: Isola e Fabbri erano entrambi sostenitori di Bonaccini per la segreteria dem, alle primarie poi vinte da Elly Schlein. Anche per questo aspetto l’attuale assessore all’Ambiente Luca Ortolani è considerato inamovibile: l’apparato emiliano espressione della segretaria dem non intende privarsi di uno dei suoi fedelissimi in una città che avrà così tanti occhi addosso. La formula per il centrosinistra sarà quella del campo largo, dal Movimento 5 Stelle fino a Italia Viva, Azione e +Europa. Una novità potrebbe essere rappresentata dalla realtà progressista Fronte Comune e da Alleanza Verdi e Sinistra, quest’ultima forte in città di ottimi risultati alle ultime regionali, e in lizza per un ruolo di primo piano nella coalizione che sta prendendo forma.
Filippo Donati