FILIPPO DONATI
Cronaca

Ceramica d’arte. Il ’Premio Faenza’ ad Hanna Miadzvedzeva

Alla francese Renard è invece andato il riconoscimento under 35. La mostra sarà visitabile al museo del Mic fino al 30 novembre .

Alla francese Renard è invece andato il riconoscimento under 35. La mostra sarà visitabile al museo del Mic fino al 30 novembre .

Alla francese Renard è invece andato il riconoscimento under 35. La mostra sarà visitabile al museo del Mic fino al 30 novembre .

Il Premio Faenza fa di nuovo rotta per l’Europa dell’est: quasi 35anni dopo la vittoria di Svetlana Passechnaya, ad aggiudicarsi il riconoscimento della Biennale internazionale della ceramica d’arte contemporanea è infatti la polacca di origine bielorussa Hanna Miadzvedzeva, trionfatrice nella categoria over 35 con la sua opera ‘November’, parte della sua serie dal titolo ‘Landscapes’.

Ad aggiudicarsi il premio per la categoria under 35 è invece la francese Léa Renard, che nel suo studio nella regione della Drôme ha dato vita a una wunderkammer attraverso cui contemplare, come in un prisma, le forme della realtà, in un’esplorazione fra l’individuo e la collettività. "E’ come vivere un sogno", ha commentato al suo arrivo al Museo internazionale delle ceramiche Hanna Miadzvedzeva. La sua opera si sviluppa attorno alla doppia dimensionalità di una forma che si richiude su se stessa – "il novembre degli autunni nelle pianure del sud della Polonia, appunto, entrando in una sorta di ritiro, di letargo", spiega Miadzvedzeva facendo correre le dita sulla superficie della scultura – e di una texture composta frammento per frammento lungo l’arco temporale di due mesi, necessari per dare vita a quella che è la sua prima grande opera di formato monumentale.

Originaria della Francia affacciata sull’Atlantico, Léa Renard ha invece uno sguardo oceanico in cui il tutto e il particolare vengono a combaciare, in una galleria di forme che è forma essa stessa. La 63esima edizione del Premio Faenza porta in mostra al Museo internazionale delle ceramiche 102 opere realizzate da artisti provenienti da tutto il mondo, dal Canada all’Iran, dal Venezuela fino all’Oriente, presente con una nutrita delegazione di ceramisti originari di Giappone, Cina, Thailandia e Corea. "Nelle opere dei 109 finalisti, selezionati fra i 1300 che avevano presentato la loro candidatura a questa edizione – spiega la direttrice del Mic Claudia Casali – emerge la fragilità della relazioni, la trasformazione degli spazi della materia, la ricerca di un’evoluzione della tradizione".

Mentre la ceramica si conferma un medium universale catturato nel momento di massima fioritura – come Miadzvedzeva sono molti gli artisti a reinterpretare la forma-vaso per dare vita a fogge inedite – rispetto alle scorse edizioni il filo rosso delle opere in mostra evidenzia una maggiore inquietudine, l’assenza di certezze, il prendere corpo di sagome disturbanti cooptate dal mondo della notte, come nel ciclo scultoreo della faentina Monika Grycko, nei fossili dell’australiano Andreas Tesch, o addirittura nel fanciullo assediato dai ratti realizzato dal taiwanese Hsu Chiao Chi (il francese Marc Alberghina spiega addirittura di essersi ispirato al ‘Salò’ di Pasolini, film ancora oggi tra i più disturbanti). La mostra sarà visitabile fino al 30 novembre: ogni martedì di luglio, alle 18, sarà possibile prendere parte a una visita guidata gratuita, seguita da un aperitivo.

Filippo Donati