Ceramiche andate in frantumi Il super lavoro di botteghe e musei

Si cerca di salvare il salvabile, ma in alcuni casi è rimasto poco. Al Museo Zauli è irrecuperabile pure l’insegna

Ceramiche andate in frantumi  Il super lavoro di botteghe e musei
Ceramiche andate in frantumi Il super lavoro di botteghe e musei

Come per l’orologio di piazza del Popolo, l’alluvione ha fermato il tempo anche negli atelier e nelle botteghe ceramiche che le stesse famiglie si tramandano spesso di generazione in generazione. All’esterno dell’atelier di La Vecchia Faenza con vari mezzi si lava via il fango dalle opere salvatesi: "Non sappiamo ancora quante ceramiche siano andate in frantumi due notti fa; la bottega appariva letteralmente travolta dall’alluvione, così come i laboratori" confida Elisa Suzzi, affiancata da alcune amiche e colleghe che la stanno aiutando a ripulire una ad una le ceramiche della sua storica bottega. Gli angeli del fango del 2023 non sono gli stessi del ‘66: "molti di loro arrivarono a Firenze in treno – ricorda Suzzi – mentre ora i collegamenti della Romagna con il resto dell’Italia sono complicatissimi. Anche volendo, arrivare qui era quasi impossibile fino a poche ore fa". Nonostante chiunque abbia tempo da dedicare agli altri non si risparmi, in molti luoghi ci sarebbe bisogno di braccia in più rispetto a quelle disponibili, come al Museo Tramonti: "Qui erano conservate trecento ceramiche e circa mille dipinti di mio padre Guerrino Tramonti" spiega il figlio Marco. Lui e la compagna Milena Camposano sono al lavoro da tre giorni per lavare le ceramiche che non sono andate in frantumi, ma in particolare i dipinti. "Il lavoro che è stato messo in campo per loro – spiega Tramonti, mostrando una tela appena messa in salvo – andrebbe impiegato per ciascuno di questi mille quadri". La situazione migliora quando arriva Lindina Drazhi, insieme a tre dipendenti della sua imprese di pulizie: "Siamo corse qui appena abbiamo potuto".

Nell’epicentro della zona alluvionata ha la sua sede un’altra storica bottega, quella delle Ceramiche Lega, che come La Vecchia Faenza ha visto arrivare al timone una nuova generazione di artisti: qui è andata formandosi una sorta di catena di montaggio fra chi estrae le ceramiche dalla bottega, chi rimuove il fango e chi pulisce le varie opere una ad una, verificando che non abbiano subito traumi. "Purtroppo alcune ceramiche sono state danneggiate – commenta Martina Scarpa –. Ma ieri il panorama era peggiore, non c’erano tutte le opere ripulite dal fango che vedete ora". Al Museo Carlo Zauli la situazione è semplicemente disperata: le cantine dove erano conservate importanti opere di Zauli, oltre alla porcellana ‘Oltre l’orizzonte’ che gli donò Sueharo Fukami, ancora ieri erano sommerse dai detriti. I volontari, come Luigi Cicognani, amico di Matteo Zauli che vive nelle vicinanze, sono riusciti a rimuovere parte dei materiali irrecuperabili, fra cui l’insegna stessa del museo, ricalcata sulla firma di Carlo Zauli. La figlia Monica è ormai senza parole: "Sembra che qui sia scoppiata una guerra".

Filippo Donati