Ceramiche dal mondo fra colori, arte, ironia

Sono 200 gli espositori. E tanti promuovono la manifestazione. C’è chi dice: "Ho venduto in tutto il mondo ma non ho mai visto un evento così vasto"

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"Ho girato il mondo per vendere ceramica, ma un festival così vasto e pieno di pezzi non l’ho mai visto" dicono Claire e Karen Gibson, due espositrici arrivate dall’Irlanda, Paese ospite di Argillà. E in effetti le vie del centro di Faenza, affollate già da venerdì pomeriggio, si sono riempite presto anche ieri. Così tanta gente non si vedeva da quattro anni, dall’ultima edizione della mostra mercato internazionale.

Mostre, eventi e workshop hanno attirato turisti da tutto il mondo e più di 200 espositori. La scelta è davvero grande: "Con la creta – proseguono Claire e Karen, presenti con Red Earth Designs – si possono creare moltissimi oggetti diversi e lo si nota dalla varietà di opere ". Colore, cibo e animali sono le parole che meglio descrivono la produzione di Sarah Michael, caratterizzata da umorismo e ottimismo. "Le mie opere – dice la ceramista olandese – mi fanno sorridere e spero possano strappare un sorriso anche ad altre persone". "Mi sono persa la prima edizione di Argillà – prosegue – ma successivamente ho sempre partecipato, sono qua per vendere, questa è la mia fortuna, il mio unico lavoro". La sorpresa, anche di chi torna, è trovare Faenza sempre piena di stand e laboratori, difficili da vivere tutti a pieno in soli tre giorni. "Argillà è veramente grande – spiega Michael – molti mi dicono che passeranno più tardi, ma sarà difficile per loro ritornare a causa del tempo a disposizione".

Nella città delle ceramichesono presenti anche molti artisti italiani. Da Pordenone, Francesca Verardo incontra per la quarta volta un pubblico che la soddisfa. "È l’evento più importante di questo tipo in Italia e l’unico a cui prendo parte perché di solito partecipo a fiere internazionali, lavoro con aziende, negozi, rivenditori e boutique: questo è l’unico momento per essere a contatto diretto con il pubblico". La sua offerta di gioielli e complementi di arredo. Per le sue opere predilige il gres in sfumature monocrome e la porcellana bianca o nera, lavorata con cottura a terzo fuoco. "Questo per me è un appuntamento che torna – continua Verardo – Faenza è carica di energia e variopinta, c’è tanta partecipazione".

Con la ruota di legno e il block wheel del diciannovesimo secolo Thomas Benirschke è partito dalla Germania per far provare a tutto il mondo gli antichi strumenti per lavorare la terra. Questo affascinante artista accompagna adulti e ragazzi in un processo che porta i loro desideri a diventare realtà. Sul tornio magico, una grande bici a pedali, lavora a quattro mani con il pubblico, realizzando con l’argilla ciò che le persone hanno disegnato. "Metto in contatto le persone con le radici della ceramica, le tecniche e i materiali della terra a partire dall’inizio, non è necessario comprare l’argilla, basta ciò che si trova in natura".

Non manca chi è venuto a visitare Faenza per arricchire le proprie tecniche lavorative o ammirare un mondo nuovo: "Argillà vede riuniti anche pezzi di altissimo livello, sia estetico che tecnico" dice Rosa Bagnaresi arrivata da Bologna per "spulciare nuove ceramiche". Per gli artisti vedere altre opere è molto significativo, ma ancora di più lo è parlare con colleghi che espongono: "Vedere nuovi colori e lavori è fondamentale – afferma l’artista figurativa Maria Grazia Zappi – ma la cosa più importante è il rapporto interpersonale".

Tantissime culture si fondono , cosa che per la visitatrice e ceramista Stefania Sismo è molto stimolante– "Sono affascinata dalle esposizioni in Viale Baccarini, dove predomina l’Irlanda e poi continuano nel Corso con moltissimi Paesi diversi".

Caterina Penazzi