"Cerchiamo una sede per gli animali abbandonati"

Volontarie e volontari della sezione faentina di Anpaba dopo l’alluvione non hanno più un’area adeguata dove prendersene cura

"Cerchiamo una sede per gli animali abbandonati"

Volontarie e volontari della sezione faentina di Anpaba dopo l’alluvione non hanno più un’area adeguata dove prendersene cura

"Un cinghiale, quattro caprette, una gallina, una decina di cavie e porcellini d’India, i conigli, e quindici colonie feline per complessivi duecento gatti". Sono questi gli animali sui quali si concentra il totalizzante impegno dei volontari afferenti alla sezione faentina di Anpana, acronimo di associazione nazionale protezione animali natura e ambiente che dall’alluvione del maggio scorso sono alla ricerca di uno spazio dove poter riparare i numerosi animali in carico. "Ci arrabattiamo tutti i giorni dietro a questi animali, così come ai cani e gatti che sono stati alluvionati e che non hanno potuto fare ritorno a casa. Molti animali infatti sono stati presi in carico dai nostri volontari - spiega Maria Teresa Rivola, presidente dell’associazione - ma i costi sono ora diventati insostenibili".

Le spese infatti sono molte, e l’Anpana cerca di farvi fronte organizzando varie iniziative: "facciamo mercatini di autofinanziamento, ogni giorno facciamo il giro dei supermercati per raccogliere la verdura che ci donano, e organizziamo anche le raccolte di cibi che poi portiamo ai volontari che si prendono cura degli animali – prosegue Rivola –, ma è diventato un lavoro enorme e gli aiuti non sempre arrivano". A gravare in particolare modo sulle spese, che i volontari sostengono di tasca propria quando non riescono a raccogliere abbastanza risorse dalle iniziative, è la logistica. "Noi avevamo una sede prima dell’alluvione, vicino all’Oasi delle Cicogne – spiega Rivola –. C’era un terreno di circa 400 metri con la struttura di cemento, avevamo fatto le recinzioni, e installato le scansie dove avevamo disposto le gabbie. Lo avevamo attrezzato e ci bastava".

Da maggio dello scorso anno quindi i volontari di Anpana, che hanno contribuito a rendere alla comunità il servizio di recupero degli animali proprio durante il periodo dell’alluvione, hanno trovato una sede temporanea al Centro Civico Rioni di via Sant’Orsola.

Gli spazi tuttavia, a detta dei volontari, non sono sufficienti e per questo diversi animali sono ricoverati nelle abitazioni private. Una condizione che costringe a girare parecchio per portare da una parte all’altra della città gli aiuti o viceversa gli animali presso gli studi veterinari. "Purtroppo nessuno ci aiuta – sottolinea Rivola –, il nostro è un lavoro grande che però forse non viene capito". Da qui la richiesta, affidata anche ai social: "Il nostro sogno è un piccolo pezzo di terra dove poterci stabilire per poter assistere e gestire gli animali della comunità, dove potergli dare stabile dimora, progettare attività didattiche, ospitare piccoli convegni e fare informazione sulla gestione in cattività degli animali da affezione". Un piccolo spazio con giardino, "anche un rudere" conclude la presidente di Anpana. Oppure eventuali donazioni, che nel frattempo possano consentire ai volontari di fare fronte alle spese, senza dover ricorrere al proprio portafogli.

d.v.