
La polizia stradale in una foto di repertorio
Ravenna, 15 maggio 2025 – Quel giorno, come avrebbe poi candidamente lui stesso spiegato, stava andando a Milano per farsi un giretto. Ma nel viaggio tra la sua abitazione in provincia di Macerata e la città meneghina, aveva provato ad ammazzare un paio di poliziotti della Stradale cercando di investirli nel corso di un inseguimento mozzafiato tra Faenza, Cotignola e Solarolo. Era il 31 agosto scorso e nel primo pomeriggio di ieri per il giovane - un 25enne difeso dall’avvocato Aronne Perugini di Fermo - davanti al gup Andrea Galanti del tribunale di Ravenna e al pm d’udienza Francesco Coco, è stato pronunciato un non luogo a procedere sulla base della perizia psichiatrica a suo tempo affidata allo specialista Roberto Zanfini.
Tuttavia dato che il ragazzo, oltre che incapace di intendere e volere, è stato ritenuto socialmente pericoloso, il pm ha chiesto e ottenuto per lui una misura di sicurezza: ovvero la libertà vigilata con permanenza in una struttura del servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc) in attesa di rivalutazione delle sue condizioni.
Al termine di quell’incredibile inseguimento tra la paura degli altri automobilisti, il 25enne - come disposto dal pm quel giorno di turno Angela Scorza - era stato arrestato per duplice tentato omicidio per avere messo nel ’mirino’ i due agenti; lesioni aggravate per avere ferito un poliziotto (prognosi di 10 giorni); resistenza per via della prolungata fuga con multipli speronamenti; danneggiamenti per avere urtato due pattuglie; possesso ingiustificato di armi bianche per una mannaia e cinque sassi con spigoli vivi di diametro di 10-15 centimetri; e infine rifiuto di accondiscendere ai test tossicologici ai quali gli inquirenti avrebbero voluto sottoporlo per dare una spiegazione alla sua azione.
Del resto la sua fuga era stata davvero immotivata quanto violenta. Secondo la ricostruzione offerta dal gip Janos Barlotti nella sua ordinanza di convalida, quel giorno (era un sabato) poco dopo le 17.30 gli agenti avevano notato il ragazzo sfrecciare per le strade di Faenza. E così, sirene spiegate, avevano cercato di intimargli l’alt. Ma il 25enne aveva imboccato l’autostrada in direzione Bologna: e, dato che il traffico era congestionato, s’era infilato a tutto gas sulla corsia d’emergenza.
Una volta all’altezza dell’area di servizio ’Santerno Est’, era stato affiancato da due pattuglie. Gli agenti erano scesi intimandogli
di fare altrettanto. Un assistente capo aveva raggiunto la sua vettura sbarrando il passo a pochi centimetri dal cofano: ma il 25enne era ripartito come se nulla fosse: e il poliziotto aveva appena fatto in tempo a schivarsi buttandosi per terra. Nuova fuga e nuovo stop poco più avanti tra le auto ferme in colonna. Una pattuglia lo aveva di nuovo raggiunto intimandogli più volte di spegnere il motore e di scendere: un sovrintendente aveva poco dopo appoggiato le mani sul cofano ottenendo dall’altro questa reazione prima di ripartire rischiando di investirlo: aveva mimato con una mano una rivoltella alla fronte e aveva esclamato: “Sparami in testa!”. Nuova fuga nel traffico con pattuglia messa di traverso per fermare il fuggiasco. Quattro poliziotti avevano circondato il veicolo e un agente con un martelletto era pure riuscito a romperne un finestrino: ma mentre cercava di afferrare le chiavi, il traffico era ripartito e così aveva fatto anche il 25enne, ancora una volta rischiando di investire un poliziotto.
Alla barriera di Cotignola il giovane aveva forzato un nuovo blocco per entrare nell’A14dir dopo ripetuti e repentini cambi di direzione. Era seguito nuovo tentativo di sbarrargli il passo con una pattuglia: ma il 25enne non aveva esitato a tamponare la polizia. E allora, in un momento in cui non c’erano altri automobilisti attorno, un assistente capo aveva sparato dieci proiettili contro il radiatore e la ruota anteriore destra. Però il giovane anche in quelle condizioni - peraltro perdendo liquidi - era ripartito contromano speronando la pattuglia. Il definitivo stop per per fortuna arrivato poco dopo: gli agenti lo avevano superato e bloccato stringendolo contro il cordolo di una rotatoria. Era seguito un ultimo vano speronamento condito da insulti e inviti a sparargli in testa.