Cervia, arrestati due imprenditori per bancarotta fraudolenta

Operazione della Guardia di Finanza L’accusa: condotta al fallimento una importante società cervese operante nel settore della nautica

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Cervia, 25 marzo 2019 – La Guardia di Finanza di Ravenna ha arrestato due imprenditori, originari del Forlivese ma attivi da molti anni nel Ravennate, indagati per bancarotta fraudolenta e omesso versamento di ritenute fiscali.Il provvedimento restrittivo è stato adottato sulla scorta delle indagini svolte dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ravenna, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, che hanno fatto luce sul fallimento di un’importante società con sede a Cervia, già operante a livello nazionale nel settore della nautica, deliberatamente condotta al fallimento attraverso una sistematica opera di spoliazione del patrimonio aziendale.

L’indagine era stata avviata circa due anni fa, a seguito di una verifica fiscale eseguita dalle Fiamme Gialle di Ravenna, nel corso della quale erano state ipotizzate condotte fraudolente poste in essere dall’amministratore della società e dalla moglie, vice presidente del consiglio di amministrazione, volte a delocalizzare risorse finanziarie verso un’impresa tunisina mediante il pagamento di prestazioni di servizio per lavorazioni su scafi non adeguatamente documentate e prive di valide ragioni economiche.

Subito dopo la conclusione della verifica, grazie alla quale era stata recuperata una base imponibile di circa 7 milioni di euro, i vertici societari avevano presentato domanda di ammissione al concordato preventivo. Nel corso della procedura, alla luce anche delle risultanze emerse dall’attività ispettiva, la Procura della Repubblica di Ravenna ha delegato le indagini al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, che ha acquisito e analizzato tutta la documentazione a disposizione dei commissari giudiziari, ha effettuato accertamenti bancari nei confronti della società e dei due indagati e ha assunto testimonianze da una serie di soggetti a conoscenza dei fatti.

L’attività investigativa ha consentito di accertare come i due coniugi imprenditori, nel periodo compreso tra il 2013 e il 2015, quindi immediatamente prima di avanzare la domanda di concordato, avessero distratto dalla società circa 10 milioni di euro, facendoli confluire verso la società tunisina, dagli stessi controllata, attraverso una serie di operazioni commerciali pianificate ad arte, quali pagamenti per lavori su barche mai eseguiti, acquisizione di partecipazioni della società estera dal valore quasi nullo per circa 3 milioni e 200mila euro, nonché mediante la riduzione e poi l’annullamento di un credito commerciale vantato per oltre 4 milioni di euro.

Inoltre nello stesso periodo gli indagati hanno tentato di svuotare le casse societarie con prelevanti di contante, emissione di assegni circolari e richiesta di bonifici a favore di una società con sede a Dubai per ulteriori 7 milioni e 200mila euro, operazioni in parte non andate a buon fine in quanto non eseguite dagli istituti di credito, nel frattempo informati della procedura concorsuale in atto.

Alla luce del quadro probatorio fornito, il Tribunale di Ravenna, nel novembre 2016, ha dichiarato il fallimento della società e, successivamente, la Procura della Repubblica, sulla scorta delle evidenze investigative raccolte dalle Fiamme Gialle, ha richiesto e ottenuto dal Gip l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i due imprenditori, indagati per reati di bancarotta fraudolenta consumata e tentata e per omesso versamento di ritenute fiscali. L’ordinanza è stata eseguita questa mattina dalla Guardia di Finanza di Ravenna e gli arrestati sono stati portati nel carcere di Forlì, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.