Che brutta fine d’anno Ivano lascia, Godo senza edicola?

di Paolo Casadio

Se ne torna a casa con la notizia a mo’ di bomba: "Ivano va in pensione". Come Ivano va in pensione". E l’edicola? "Eh, non trova. Probabilmente chiude". Ecco, nel breve dialogo fa capolino la sorpresa e la preoccupazione per l’ennesima perdita di un esercizio commerciale che, in realtà e nel caso specifico, è qualcosa di più, un vero e proprio servizio alla comunità: il diritto all’informazione, alla pluralità delle voci. Che, comunque la si pensi, c’è, tranne nelle menti obnubilate di chi vede un’informazione omologata al soldo dei poteri forti (digressione: quando sento qualcuno pronunciare il sostantivo associato all’aggettivo in questione, mi coglie intenso sfrigolio pelvico). Merito certo di Ivano Costa, mezzanese, sessantadue anni ben portati e un’attitudine alle relazioni umane, una disponibilità che dir cortese è davvero poco. Aveva rilevato l’unica edicola del paesello nel lontano 2006, ampliandone sia gli spazi sia l’offerta sino a farla divenire una piccola libreria, annoverando ben presto clienti fin da Russi, Cortina, San Michele e Piangipane: perché Ivano ci sa fare, ti avverte via WhatsApp o sms se il giornale c’è, se quella particolare ricerca di un libro o un fascicolo è andata a buon fine, accetta prenotazioni, accantona.

Sì, nei piccoli paesi c’è questa dimensione, questo rapporto privilegiato. Forse perché, in fondo, siamo pochi e non corriamo come in città. La sua edicola ha preso la piega delle botteghe d’una volta, quando i clienti si ritrovavano in barberia per discutere dei massimi sistemi. I clienti, già. Prevalentemente pensionati, o comunque della fascia oltre i quaranta, quelli affezionati alla carta che mai perderebbero il lume degli occhi per leggere (sic!) il quotidiano su uno smartphone. Oppure bambini per i fumetti, accompagnati dai genitori, e in mezzo un certo vuoto generazionale. È anche, ormai, il vuoto che spopola i piccoli centri dove gli esercizi, sopraffatti dalla grande distribuzione e dai gravami fiscali, oppure semplicemente perché i titolari sono anziani e non c’è chi voglia continuare il negozio di famiglia, chiudono.

Il bar, la pizzeria, le fioriste, la macelleria, la merceria. La lista s’allunga, costringendo a prender l’automobile anche per piccole spese. Ivano ha avuto tanti contatti ma nessuna conclusione positiva e, se qualcosa non accade, dopo il 31 dicembre Godo sarà senza edicola. Fatevi sotto, dunque.