Chi ancora oggi celebra Mussolini non sa chi fosse davvero

Si legge nell’articolo di Carlo Raggi del 3 giugno che le violenze di cent’anni fa non furono mai perseguite, il che dipese da precise scelte delle classi dominanti del tempo, che si illudevano di poter usare il fascismo a loro piacimento contro le rivendicazioni sociali del periodo, pensando poi di gestirlo a comando. Si è visto com’è andata. Questa tragica storia che ci riguarda non viene mai abbastanza ricordata, per quanto spesso essa venga ripetuta, alla luce di molti avvenimenti che si stanno moltiplicando negli ultimi tempi.

Mi riferisco ai calendari di Mussolini regolarmente in vendita ogni anno ovunque tranne laddove il venditore antepone considerazioni etiche rispetto a semplici calcoli economici. Mi riferisco alle lugubri celebrazioni che si tengono ogni anno a Predappio, nelle ricorrenze della nascita di Mussolini e della Marcia su Roma, da parte di gente all’oscuro del fatto che l’oggetto della celebrazione era tutt’altro personaggio rispetto al decisionista fermo e determinato a raggiungere i grandiosi obiettivi che faceva credere agli italiani di volere e di potere raggiungere.

Molti libri basati su fonti di archivio dimostrano come egli fosse solito firmare anche a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro documenti tra loro contrastanti se non opposti, per assecondare le pretese di questo o quello tra i vari gerarchi collaboratori famigli o cortigiani assortiti di cui si era circondato. Abile propagandista e venditore di se stesso, ha sempre privilegiato il risultato eclatante ed immediato, il colpo ad effetto, rispetto a programmi di lungo periodo. Mi riferisco alle manifestazioni in ricordo di Ettore Muti al cimitero di Ravenna, in occasione delle quali ogni anno viene gettata nel Candiano una corona di fiori. Queste manifestazioni celebrano personaggi che hanno fatto della violenza comune strumento di lotta politica e di repressione feroce quando sono stati al governo del Paese. Se queste celebrazioni durante le quali si vedono braccia alzate nel sinistro saluto romano non sono sanzionabili come apologia del fascismo, si potrà almeno perseguire il lancio di rifiuti in acque pubbliche? O come altrimenti considerare il getto della corona nel Candiano in ricordo di Muti? Il fascismo è negazione della libertà, della democrazia e della civiltà. Come tale andrebbe incessantemente perseguito a termini di legge in ogni sia pure minima sua manifestazione.

Lidiano Cassani