SARA SERVADEI
Cronaca

Chi è il primo morto per West Nile: era stato punto nel Ravennate, poi è andato in vacanza

Venti giorni di agonia. La vittima è un anziano di Russi che godeva di ottima salute. I primi sintomi non avevano allarmato il medico di base. La crisi sulle Dolomiti, con convulsioni, vomito e forte emicrania

Ravenna, 15 agosto 2024 – I primi sintomi erano quelli di una comune influenza, un piccolo malanno: tosse, un po’ di febbre. Niente che avesse fatto allarmare il medico di medicina generale che l’aveva visitato. E visto che doveva partire per un soggiorno sulle Dolomiti, Roberto Ronconi, 78enne di Russi in provincia di Ravenna, per stare ancora più tranquillo si era sottoposto a una lastra ai polmoni, che non aveva mostrato niente di strano.

Un operatore impegnato durante una disinfestazione da zanzare
Un operatore impegnato durante una disinfestazione da zanzare

L’uomo è quindi andato via tranquillo, ma l’incubo stava per iniziare. Al suo arrivo sulle Dolomiti i sintomi si sono fatti più intensi, e in una prima visita in ospedale gli sono stati forniti farmaci generici. Poi la crisi, con convulsioni, vomito e un mal di testa fortissimo: è così stato ricoverato d’urgenza in Terapia intensiva, e solo a quel punto si è capito che a causare tutto era stata la puntura di una zanzara che gli aveva trasmesso il virus West Nile.

Ronconi, fino a quel momento perfettamente in salute, ha lottato per una ventina di giorni in Terapia intensiva, mentre le speranze dei suoi famigliari si affievolivano sempre di più. Alla fine si è spento nella notte tra lunedì e martedì, lasciando un vuoto incolmabile per la moglie, il figlio e anche per i tanti che lo conoscevano come fotoamatore, con la passione per gli scatti in bianco e nero e per i paesaggi.

“Lo avevo incontrato a metà luglio all’inaugurazione di una mostra in cui erano esposte alcune delle sue fotografie – racconta un amico –. Il giorno dopo ha iniziato a dire che non stava molto bene. Nessuno si sarebbe mai aspettato una cosa del genere”.

Il virus West Nile è trasmesso dalle zanzare Culex (le ’classiche’ diffuse sul nostro territorio) ed è endemico: in Italia è normalmente presente. L’uomo ne è il vettore finale, può venire contagiato ma non trasmetterlo: la zanzara che punge il malato non si infetta. Lo prende invece dagli uccelli selvatici e da lì lo passa agli umani. Nell’80% dei casi il virus resta completamente asintomatico, altrimenti può dare febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei: niente che non passi da solo, come una comune influenza.

In meno dell’1% dei casi, 1 su 150 circa, la malattia dà luogo a forme neurologiche: e tra questi è capitato il 78enne di Russi, per il quale purtroppo il virus è stato fatale. Nel Ravennate però non si faranno disinfestazioni contro le zanzare, come invece stanno avvenendo a Modena, Bologna e Reggio Emilia: “Dal momento che il West Nile è endemico – dice la direttrice facente funzione dell’Igiene pubblica dell’Ausl Romagna Giulia Silvestrini – un solo caso, per quanto gravissimo, non fa scattare i trattamenti. Il sistema di sorveglianza integrata prevede di tenere sotto controllo le zanzare catturate nelle trappole, i cavalli che spesso vengono colpiti da forme simili a quelle dell’uomo e gli uccelli. Si cerca il virus anche nel sangue di chi dona”.

Il livello di allerta è ’zero’ quando non ci sono segnali di contagio, il Ravennate invece è al livello ’due’ perché a inizio luglio il West Nile è stato rinvenuto in un uccello. Il territorio di Bologna, Modena e Reggio Emilia è al ’tre’ “perché ci sono stati 31 casi di forme neuroinvasive in 500 chilometri quadrati, quando la soglia è 30 – prosegue Silvestrini –. Dal momento che quel tipo di sintomi si manifesta raramente, significa che c’è un grande numero di contagi”. Proprio ieri sono stati annunciati altri due casi di infezione nei comuni di Modena e di Castelfranco. I due pazienti sono ricoverati.