Ravenna, chiesa del Torrione cade a pezzi: raccolta fondi dei parrocchiani

Situazione critica per intonaco esterno e tetto: i fedeli hanno già raccolto oltre 200mila euro. "Ma ne mancano ancora 180mila"

I parrocchiani e don Paolo Pasini davanti alla chiesa

I parrocchiani e don Paolo Pasini davanti alla chiesa

Ravenna, 18 maggio 2018 - In tanti l’hanno scelta per pronunciare il sì della vita, per molti è stata e resta un punto di riferimento spirituale in città. Ma oggi la chiesa di Santa Maria del Torrione in via Fiume Abbandonato, che è stata ed è il sostegno di così tanti ravennati, necessita del sostegno e dell’aiuto di tutti. Perché, come spiega il parroco don Paolo Pasini, «presenta situazioni particolarmente critiche per quanto riguarda l’intonaco esterno che cade a pezzi e il tetto. Ma anche all’interno vanno fatti lavori all’impianto elettrico e va realizzato un bagno». Così i parrocchiani, coordinati da Patrizia De Angelis, hanno deciso di mettersi in moto in prima persona, attivando una raccolta fondi per il restauro della chiesa costruita, così come la vediamo oggi, nel 1789 sui resti della torre ‘Zancana’.

«Come primo passo abbiamo commissionato un progetto all’architetto Casavecchia – spiega don Paolo –, progetto che lo scorso anno a maggio abbiamo inviato alla Cei a Roma per chiedere un contributo». E, dopo mesi, è arrivata una risposta positiva: «Abbiamo ottenuto 187mila euro – precisa il parroco –. Altri 17mila euro, invece, sono frutto delle donazioni dei parrocchiani, arrivate a partire da gennaio di quest’anno». Per il restauro della chiesa, che si trova nella zona che collega il centro storico con la parte esterna della città, è stato attivato un conto corrente intestato alla parrocchia Santa Maria del Torrione (IBAN IT60V0627013100CC0000173439). «Ma per raggiungere il preventivo di circa 400mila euro – spiega Patrizia De Angelis – servirebbero almeno altri 180mila euro. Così in questi giorni chiunque voglia contribuire alla causa può acquistare al mercatino di beneficenza che allestiamo ogni giovedì e sabato dalle 16 alle 19 nella parrocchia nuova in via Majoli 8: il ricavato sarà devoluto al restauro della chiesa».

E, considerata la condizione dell’edificio sacro, c’è urgenza di partire con i lavori. «Vorremmo cominciare a luglio, in particolare per i lavori all’esterno della struttura – afferma don Paolo –. Si dovrà cominciare dall’intonaco che cade a pezzi ma poi andrà bonificato anche il sottotetto dove i piccioni hanno nificato e prodotto pollina; poi andrà ripulito il tetto dove era cresciuto pure un albero di fico». Successivamente il cantiere si dovrà spostare all’interno della chiesa, ricchissimo di affreschi. «Bisogna risistemare l’impianto elettrico, ormai obsoleto – continua il sacerdote –, e realizzare un bagnetto che ora non è presente». L’obiettivo, una volta terminato il restauro, è di aprire la chiesa, oltre che il sabato alle 17 e la domenica alle 8 per la messa come accade oggi, anche per i turisti in altri giorni e orari. «In tanti si fermano con i pullman in piazza Medaglie d’Oro – dice don Paolo –, sarebbe bello che si fermassero qui».