"Chirurgia robotica, Ravenna è cenerentola"

Domenico Poddie, medico, interviene sulla mancata attivazione finora al Santa Maria delle Croci: "Doveva essere disponibile già da tempo"

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Domenico B. Poddie, specialista in chirurgia generale e vascolare interviene sull’annuncio fatto dall’Ausl sull’attivazione della chirurgia robotica nell’ospedale di Ravenna a partire dal 2023. "La mancata attivazione della chirurgia robotica nell’Ospedale di Ravenna – spiega Poddie – è conseguenza di una scelta delle direzioni aziendali, dipesa non dalla mancanza di eccellenze professionali ma soltanto dalla volontà di contingentare i valori dell’Ospedale Santa Maria delle Croci nel panorama sanitario regionale".

Il robot, infatti, prosegue il medico, "è solo un aspetto di quelle decisioni, non l’unico. Per rimanere nel tema, è opportuno ricordare che il robot venne acquisito presso l’Ospedale di Forlì nel 2007 per ragioni mai spiegate ma che prescindevano dalle professionalità coinvolgibili nel presidio di Ravenna". Poddie ricorda che al tempo "la Chirurgia Robotica aveva dimostrato la superiorità tecnica soprattutto in alcuni campi della chirurgia, come confermato dal ministero della Salute in una pubblicazione del 2017 redatta insieme all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali; anzitutto la urologia (oltre 60% delle procedure) seguita, a significativa distanza, dalla chirurgia generale (poco oltre il 15%) e dalla ginecologia (poco oltre il 10%). Col tempo, come era prevedibile, le indicazioni si sono confermate ed ampliate per tutte le strutture dotate di robot tranne che per il presidio ospedaliero di Ravenna nel quale la curva di apprendimento era forzatamente limitata alla iniziativa di singoli professionisti che si recavano sia a Forlì che in altri centri di riferimento almeno per vedere lo strumento in azione, e valutarne le potenzialità ed i risultati, ma senza poter fare esperienza diretta". Questo, inevitabilmente, si è tradotto, per il medico ravennate, in un ritardo sperimentale nella formazione dei medici "che è ascrivibile alla politica dirigenziale del tempo". Poddie si rivolge anche a Gianfranco Spadoni di Lista per Ravenna che nei giorni scorsi aveva esternato la sua meraviglia sulla situazione.

"Non si meravigli – conclude il medico – . Il problema non è che Forlì abbia il robot e Ravenna no. Il problema vero è che se la chirurgia robotica dimostrato il suo valore sulle altre tecniche operatorie, e l’esperienza oggi è di almeno 14 anni, già da tempo sarebbe dovuta essere disponibile nel nostro presidio. Se non è successo, non è per demerito dei professionisti che vi operano ma per responsabilità che non è difficile identificare".