Chiusura della Casa del rasoio, campanello d’allarme

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Quella della chiusura dei negozi, e non solo in centro, è una questione dibattuta e da prima ancora dello scoppio della pandemia. Le vetrine spente non sono un bel biglietto da visita per la città, ma riguardano ormai tutti i quartieri. Sarebbe scorretto dire che il centro è vuoto, soprattutto in questi giorni in cui tra turisti e ravennati è davvero difficile farsi largo tra le persone. I negozi chiudono per diversi motivi, compresi quelli da lei elencati, dal calo dei consumi all’aumento dei costi che in questo momento metterebbe in difficoltà chiunque non partisse con una base economica davvero solida. E poi ci sono la tassazione da lei definita iniqua, gli affitti alti dei locali, soprattutto in centro. Non è il centro storico ad essere poco attrattivo, né si può continuare a ripetere che è stato un errore trasformare piazza Kennedy in una piazza vera, senza più auto, dal momento che è sempre piena di gente, soprattutto giovani e ha incentivato la nascita di tanti locali. Le città cambiano, come le abitudini delle persone, sicuramente si può lavorare ancora per rendere il centro più accogliente, così come è evidente che di centri commerciali non ne servono altri. Di sicuro sarebbe necessaria una rete di trasporto pubblico più efficiente, a patto però che le persone fossero disposte a usarla lasciando l’auto a casa. E per chi invece all’auto proprio non riesce a rinunciare, i parcheggi ci sono.