Ravenna, il centro storico tra cantieri e cinema chiusi

Percorso tra i luoghi che un tempo erano il fulcro della vita della città e col tempo sono stati abbandonati al loro destino

Ravenna, dai cinema chiusi agli istituti dimenticati

Ravenna, dai cinema chiusi agli istituti dimenticati

Ravenna, 21 ottobre 2019 - Nel centro storico esistono luoghi che per lungo tempo sono stati presi d’assalto da generazioni di ravennati poi, per diverse ragioni,abitudini,mode o trasferimenti sono stati pian piano dimenticati. Per chi amava viaggiare con la fantasia in via Cairoli nel 1908 venne aperto il cinema Edison poi diventato Italia ed infine Majestic come ultima denominazione fino alla parentesi finale a luci rosse. Poteva contenere 195 persone e recentemente sembrava poter diventare un pregevole atrio d’entrata per la recuperata retrostante piazza Unità d’Italia. La facciata era stata abbellita nel 1927 su progetto di Mazzesi,insieme alla scalinata scenografica che porta alla galleria. Erano iniziati alcuni lavori di recupero che poi sono stati bloccati così la facciata resta tutt’oggi coperta con reti di sicurezza.

Il magico mondo del cinema aveva trovato sede anche in via Salara dove nel 1964 venne realizzato l’elegante cinema Capitol su progetto di Tomassini con 600 posti a sedere e abbellito da un grande mosaico nell’atrio opera di Del Bene e un bar aperto anche al di fuori degli orari di apertura del cinema. Nel 2002 è stato chiuso poi parzialmente trasformato per qualche anno in istituto di credito prima del definitivo abbandono, proprio davanti a una struttura ricettiva di pregio.

Parlando invece di dimenticati istituti scolastici in via Alberoni vi era il primo istituto tecnico industriale cittadino,nato sull’onda del boom economico che viveva Ravenna,aperto nel Palazzo Mazzolini dal 1961 fino all’inaugurazione dell’attuale più ampia sede di via Marconi,e praticamente difronte ecco l’ex istituto professionale Sant’Apollinare chiuso nel 1991. Il vasto edificio è stato ristrutturato e trasformato in condominio tra il 1999 e il 2002 ed il recupero comprendeva anche un nuovo utilizzo del centro sportivo salesiano annesso alla scuola. Realizzato su un’area in cui vennero effettuati scavi tra il 1908 e il 1914 che portarono alla luce reperti relativi al Palazzo di Teoderico, è stato poi nel tempo sede di partite di tennis e di infuocate sfide di calcio. L’area è così stata trasformata nel parco Amadesi ma per motivi di ordine pubblico ora è sprovvisto anche delle panchine, che erano l’unico arredo presente ed è stato chiuso anche il portico di collegamento con via Alberoni togliendo così alla vista anche la statua di Don Bosco realizzata da Casadio, unico ricordo dell’opera salesiana e lasciando un unico accesso all’area verde da via Don Bosco.

Restando in via Alberoni,quasi al passaggio a livello in angolo con viale Baldini,l’edificio che ospitava uno storico ristorante romagnolo è rimasto vuoto dal momento del trasferimento della trattoria in un altro locale del centro e vetri rotti, incuria e immondizia lasciano lo stabile in preda al degrado in una zona piuttosto difficile del centro storico.

Degrado anche in via San Vittore dove fino al 2002 era aperta una palestra poi trasferita in un’altra zona della città in una sede rinnovata. Venne qui aperta nel 1989 e proponeva corsi di ballo, ginnastica, yoga e disponeva di una ben dotata sala attrezzi.