"Circoli senza partita Iva esclusi da decreto Ristori, si intervenga"

Arci e Acli chiedono un incontro con le amministrazioni comunali per pensare a sostegni economici

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Arci e le Acli della provincia di Ravenna esprimono “preoccupazione per l’esclusione degli enti del Terzo settore non commerciali dalle misure del decreto Ristori”. “Il decreto – si legge in una nota firmata da Ombretta Cortesi, presidente Arci Ravenna e Antonio Nonni, presidente Acli provinciale – nonostante l’inserimento dei circoli nell’elenco ristretto delle attività economiche cui è destinato il contributo a fondo perduto ed erogato dall’Agenzia delle Entrate con una procedura semplice e veloce, prevede infatti che tale somma a fondo perduto sia riservata solamente ai circoli possessori di partita Iva. Si tratta di una disparità di trattamento ingiustificata che porterà moltissimi circoli, costretti alla chiusura fino al 24 novembre dalle nuove misure anti Covid, a non essere nelle condizioni di riaprire”. Cortesi e Nonni chiedono ”un’interlocuzione con le Amministrazioni comunali”.

Grido d’aiuto anche dal mondo di coop, associazioni e società che gestiscono piscine pubbliche non ce la fa più: "Perdiamo in media 250mila euro per ogni piscina, rischiamo di non essere più in grado di riaprire gli impianti". ”La riduzione della capienza degli impianti definito dai protocolli, la minor presenza di visitatori, il peso economico dei voucher emessi per recuperare quanto speso per il periodo del lockdown – si legge in una nota –, a cui si affiancano i costi del periodo invernale determinati soprattutto da utenze e spese di personale stanno mettendo in crisi il sistema che rischia di non arrivare all’estate prossima”. ”Se si vuole garantire la gestione dei servizi che si svolgono nelle piscine pubbliche per tutta la stagione sportiva 20-21 – si conclude la nota –, Legacoop Romagna chiede urgentemente di promuovere le azioni necessarie a determinare il ripristino dell’equilibrio economico e finanziario delle gestioni attraverso l’intervento degli enti locali proprietari degli impianti, ma anche prevedendo specifici interventi sia a livello statale che regionale”.