Classe, protesta contro l’antenna

I cittadini dicono no all’installazione di un traliccio per la telefonia mobile 5G a pochi metri dalle case

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‘No’ all’installazione di un’antenna per la telefonia mobile a Classe, scatta la protesta. L’installazione dell’antenna, con tecnologia 5G, di proprietà di Iliad Italia è prevista su un terreno agricolo ad appena 35 metri dalla prima casa del centro abitato che inizia in via Navarco, una traversa di via Romea Vecchia. Al momento è stato installato solo il palo, e non ancora le parabole, e ieri mattina un gruppo di cittadini si è presentato con cartelli di protesta in mano. "I due operai, arrivati per installare la rete metallica alla base dell’antenna, si sono spaventati – racconta Augusto a nome del gruppo di cittadini –. Hanno anche chiamato le forze dell’ordine a cui, con toni pacati, abbiamo spiegato le nostre ragioni, per poi fare loro proseguire il lavoro. Questo è un problema che sta a cuore a tutti. Non ci opponiamo all’installazione di un’antenna, sia chiaro, ma al fatto di collocarla proprio in quel sito, quando tutt’attorno c’è aperta campagna. Fra l’altro c’era anche il vicino campo sportivo che sarebbe stato disponibile in virtù dei benefici che ne sarebbero derivati. Alla fine, non si capisce perché sia stato scelto, senza avvisare nessuno, di metterla a ridosso delle case che così subiranno una inevitabile svalutazione immobiliare". un po’ di tempo fa i cittadini di quel lembo di Classe avevano notato un cartello, pensavano a una nuova lottizzazione. E invece si trattava di un’antenna e la preoccupazione li ha portati a costituire un gruppo e a prendere informazioni dato che neanche il Comitato Cittadino ne sapeva nulla. "Consultando gli atti del Comune – racconta ancora Augusto –, risulta che la pratica sia stata bocciata per due volte, ma poi ha ottenuto il parere favorevole. Ci chiediamo come sia stato possibile considerando che per noi, anche il semplice mettere un vaso di fiori alla finestra, comporta un calvario di autorizzazioni, visto che ci troviamo in pieno Parco del Delta del Po e Zona archeologica". Determinante è stata l’approvazione della Soprintendennonostante, affermano i cittadini, "vi fossero soluzioni alternative sul territorio meno impattanti". I residenti spiegano che la compagnia telefonica si era anche dimostrata disponibile a spostarsi su un’altra area del territorio dopo i primi due dinieghi, poi la vicenda "si è conclusa nel febbraio scorso con la pubblicazione nell’Albo Pretorio, nel silenzio più assoluto". I cittadini si sono rivolti a un legale per valutare un ricorso.

Roberta Bezzi