
La sede della Cmc in via Trieste
Continua a far discutere la vicenda della vendita della Cmc ad Alpha General Contractor. E a scendere in campo ora è la Fin. Mar. Holding che chiarisce in una nota le ragioni della mancata partecipazione alla gara che si è svolta il 13 giugno scorso presso il Tribunale di Bologna. La finanziaria del gruppo Todini Costruzioni Generali Spa, infatti, aveva presentato un’offerta vincolante di acquisto (scadenza 10 giugno 2025) di fatto vanificata dalla richiesta dell’Autorità giudiziaria di intraprendere una gara ad evidenza pubblica. A quel punto, come si legge nella nota, Todini "ha scelto coscientemente di non partecipare ad una gara al potenziale rialzo, considerati gli oneri finanziari che nell’immediato futuro occorrono a Cmc per un rilancio definitivo".
Riavvolgendo il nastro, l’offerta del gruppo Todini, accettata da Cmc, prevedeva un prezzo di 17,5 milioni, con deposito 3 milioni a titolo di acconto sul prezzo, "oltre all’accollo di ulteriori due milioni per sanare una parte residua di oneri sociali dovuti ai lavoratori" e alla "presenza della vecchia Cmc nella compagine azionaria al 30%, perché credevamo nel territorio e nella tradizione". Offerta arrivata al seguito di "due diligence" e dell’invio "di tecnici in tutto il mondo" e "di una task force nella sede centrale di Ravenna", sostenendo "spese e bloccando fondi".
Tutto questo dopo "numerosi tentativi di vendita non andati a buon fine" e l’accettazione della proposta da parte della Cmc. Ma l’autorità giudiziaria, a questo punto, ha optato per l’indizione di una gara rispetto alla quale "la Fin. Mar. Holding non si è ‘sfilata’" ma "ha scelto coscientemente di non partecipare". Infatti, partecipare ad una gara al rialzo "forse potenzialmente poteva favorire i creditori ma di fatto poteva intaccare la possibilità di sostenere la ripartenza e il futuro della Cmc". E il gruppo Todini, vista la sua proiezione internazionale e il know how in grandi infrastrutture, poteva essere il partner giusto per Cmc. "Rimane il rammarico – si legge ancora nella nota – come alle stesse condizioni offerte dal gruppo Todini", Cmc "possa essere stata assegnata ad una giovane società, comunque capace di grandi performance nella decaduta legge sui bonus" ma "apparentemente non dotata di esperienza nel settore infrastrutturale e appalti internazionali". Oltretutto, quando la stessa Alpha General Contractor, "aveva già presentato un’offerta maggiore in termini economici di quella attuale e non era stata accettata". La nota si chiude con gli auguri di successi "alla giovane manager e a suo marito" ribadendo che "la storia verificherà le scelte".
Giorgio Costa