
Quello che c’era, in proroga, termina il mandato: i soldi rimasti donati all’Irst "Siamo andate porta a porta a chiedere perché ci fosse un turn over di persone".
"Vogliamo fare un appello, noi non demordiamo: cerchiamo tuttora persone per il comitato cittadino di Coccolia". La decisione di Rosanna Baraghini, la presidente uscente, ed Eva Focaccia è sofferta: chiudere l’associazione del paese, che stanno portando avanti da quattro anni di cui due in deroga. Sono stati anni difficili e loro hanno deciso che era il momento di lasciare, ma non hanno trovato nessuno che potesse prendere il loro posto. E così nei giorni scorsi hanno donato una buona parte di ciò che era rimasto nel fondo cassa, 1.000 euro, all’Irst di Meldola.
"Qualcosa è rimasto, perché non si sa mai che troviamo qualcuno che voglia portare avanti il comitato – dice Focaccia –. Noi siamo andate porta a porta a chiedere perché ci fosse un turn over di persone, ma nulla da fare. Ci stiamo provando ancora, abbiamo coinvolto anche il consiglio territoriale. Il nostro ruolo ormai è decaduto e in questi anni l’alluvione ci ha impegnato molto, tra le ditte da contattare e le scartoffie di cui occuparci. Di sette che eravamo siamo rimasti in tre, ma servono sette persone per rifare un comitato. È un peccato che non ci sia, è importante per avere una rappresentanza del paese che collabori con l’amministrazione comunale per risolvere i problemi, ma anche per creare eventi per fare aggregazione". Nel 2023 a Coccolia gli abitanti erano 345, secondo i dati del Comune: 23 in meno dell’anno precedente. Ma non è (solo) una questione di spopolamento, dice Focaccia: "Più che altro è il target degli abitanti. Ci sono molti anziani, i giovani sono andati via da tempo, e c’è un turn over di stranieri: qualcuno ha comprato casa, altri l’hanno rivenduta, ci sono i lavoratori stagionali. Abbiamo provato a coinvolgerli, ma è difficile e c’è chi poi se ne va. Coccolia è sempre stato un paese un po’ chiuso, nonostante le attività. Mia nonna diceva che qui nel dopoguerra ce n’erano una quarantina. Ora c’è l’impianto di Spadoni e una ditta che produce macchinari, la farmacia, il bar, l’ufficio postale che ha ridotto i giorni di apertura... Si è parlato del progetto di una circonvallazione, ci vorrà tempo, ma che se ne parli è positivo. Da lì il paese potrebbe trovare nuova linfa".
Gli ultimi anni sono stati difficili, dopo l’alluvione che ha colpito Coccolia nel maggio 2023: "È stata dura, sia per la fatica fisica che per le pratiche burocratiche – prosegue Focaccia –. Abbiamo un’area verde di 20mila metri quadrati che comprende un campo da calcetto, da calcio e giochi per i bambini. Lì c’erano 70 centimetri di malta. Con la collaborazione del Comune e quella economica della Bcc di San Pietro in Trento, che ci ha dato 20mila euro, abbiamo messo a posto tutto: ripulito alla perfezione il campo da calcetto dove c’è l’erba sintetica, ritinteggiato gli spogliatoi, fatto intervenire l’elettricista... Ci è voluto più di un anno ed è stato difficile anche rapportarsi con le ditte, che dopo l’alluvione erano piene di lavoro. A settembre dello scorso anno abbiamo fatto l’inaugurazione, volevamo ringraziare la Bcc e creare anche un momento di aggregazione. Sono stati messi anche giochi nuovi grazie a una donazione che Alma Petroli ha fatto al Comune. In tutto questo il nostro mandato, iniziato nel 2021 e che scadeva nell’autunno del 2023, è stato prorogato: volevamo finire il lavoro". La speranza è che possano esserci giovani che vogliano prendere a cuore il futuro del paese: "Anche nelle piccole realtà con poco si può fare qualcosa".
Sara Servadei