"Comandante dei vigili, procedimenti legittimi"

Archiviato il fascicolo, aperto dalla Procura per abuso d’ufficio su Vasco Talenti. Un sottoposto lo aveva accusato

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Nei confronti di quel suo sottoposto non solo ha esercitato i suoi poteri in maniera “legittima e conforme a norme e regolamenti”. Ma i vari procedimenti si erano chiusi “con sanzioni disciplinari”, il che conferma “legittimità e correttezza” del suo operato. E a escludere eventuali intenti ritorsivi, c’è il fatto che le azioni disciplinari non erano state attivate nei soli confronti di quell’agente. Sono le ragioni che hanno spinto il gip Sabrina Bosi ad archiviare il fascicolo, così come chiesto dalla procura, aperto l’anno scorso per abuso d’ufficio su Vasco Talenti, comandante della polizia locale dell’Unione della Romagna Faentina. La parte offesa, un vigile faentino, aveva invece chiesto al gip di ordinare al pm la formulazione di un capo d’imputazione oltre che per abuso d’ufficio anche per maltrattamenti sul luogo di lavoro.

I procedimenti disciplinari che hanno alimentato il caso, sono in totale cinque: tutti – secondo quanto rilevato nella memoria difensiva degli avvocati Giovanni Scudellari e Antonio Primiani depositata davanti al gip - si erano conclusi con l’irrogazione di una sanzione disciplinare. In buona sostanza per la difesa, il comandante ogni volta venga a conoscenza di comportamenti potenzialmente censurabili di dipendenti, ha il dovere, per via del ruolo che ricopre, o di provvedere in autonomia per i casi meno gravi con un rimprovero verbale. Oppure di segnalare all’ufficio Procedimenti Disciplinari: e sarà poi questo, alla luce della conseguente istruttoria, a valutare se punire e, nel caso, come (la massima sanzione prevista comporta la sospensione dal servizio per tre mesi; oltre c’è solo il licenziamento). Come dire che questo è il contesto di norme e regole nell’ambito del quale Talenti aveva più volte interessato l’ufficio disciplinare: per i suoi avvocati dunque, un atto dovuto quasi automatico alimentato da episodi descritti da altri dipendenti e talvolta accompagnati da messaggi e screenshots. Agli atti figura pure una registrazione carpita dalla parte offesa e che in chiave difensiva dimostrerebbe quanto quell’agente fosse stato petulante nei confronti del comandante il quale sarebbe riuscito, non senza difficoltà, a evitare di cadere nelle provocazioni dell’altro. Emblematico in particolare un passaggio che indicherebbe la necessità per Talenti di trasmettere le segnalazioni a rigore di norma: “Se la gente mi scrive e rilevo che ci può essere un illecito disciplinare”. Il sottoposto lamentava invece un atteggiamento ritorsivo nei suoi confronti manifestatosi attraverso una sorta di atteggiamento illegittimo e fazioso da parte del suo capo. Sul punto, lo stesso giudice ha però fatto notare che Talenti aveva inoltrato segnalazioni disciplinari anche nei confronti di altri dipendenti.

a.col.