Con lui la redazione era quasi un centro studi

Il ricordo del giornalista di Antonio Patuelli: "Mi insegnò a scrivere un comunicato stampa all’ultimo anno del liceo scientifico"

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di Antonio

Patuelli

Vanni Ballestrazzi, col suo modo ’burbero benefico’, mi insegnò a scrivere un comunicato stampa quand’ero all’ultimo anno del Liceo Scientifico. La redazione ravennate del Carlino, con lui e Uber Dondini, mi sembrava quasi un “centro studi” sui problemi e sulle potenzialità di Ravenna e della Romagna. Molti anni dopo, leggendo la raccolta integrale degli articoli di Giovanni Spadolini sul Resto del Carlino (che diresse dal 1955 al 1968), mi accorsi di quanto fossero costanti e profonde le attenzioni del Direttore Spadolini in particolare su Ravenna, a cominciare dai legami culturali e quanto intenso fu il suo dialogo con Ballestrazzi.

Quando Vanni andò a Bologna, seguì le attività del neonato Consiglio Regionale, in particolare i tentativi di allora di realizzare una programmazione economica, una materia molto complessa.

All’inizio degli anni Ottanta mi chiamò per avvertirmi che veniva a Roma a dirigere la redazione romana del Carlino e della Nazione, un incarico di grande prestigio che in precedenza era stato assunto anche da direttori o ex direttori (negli anni Venti addirittura da Giovanni Amendola). Io avevo l’ufficio a via Frattina e lui, a poche decine di metri, a piazza San Silvestro dove viveva ben più di 12 ore al giorno controllando tutte le notizie con una passione ed una competenza giornalistica nazionale indubbia. Gli cedetti il mio piccolissimo alloggio da pendolare a Trastevere che avevo abbandonato proprio in quei giorni: la sua principale preoccupazione fu che il letto fosse sufficientemente lungo per la sua altissima statura. Poi Vanni ritornò a fare il pendolare fra Bologna e Ravenna e le parti più lontane del mondo dove andava con Raul Gardini.

Da decenni eravamo abituati a vedere Vanni di tanto in tanto in particolare a Ravenna e di ritrovarlo a sorpresa soprattutto in occasioni culturali: manterremo questa sensazione, nella speranza che lui e Tino Dalla Valle (il suo predecessore alla guida della Cronaca di Ravenna del Carlino), scomparso da diversi anni, in qualche modo stiano già dialogando sui fatti in particolare della cultura e delle istituzioni, con il loro acume di sempre.