Ravenna, confiscati tre immobili a eredi di evasore fiscale seriale e deceduto

La guardia di Finanza ha operato a Russi. Il valore dei beni ammonta a 420 mila euro

La confisca da parte della guardia di Finanza (immagine di repertorio)

La confisca da parte della guardia di Finanza (immagine di repertorio)

Ravenna, 29 marzo 2023 – La guardia di Finanza ha confiscato tre immobili del valore di 420 mila euro a Russi, nel Ravennate. Gli edifici appartenevano agli eredi di un imprenditore inquadrato quale evasore fiscale seriale e deceduto di recente.

In particolare, le tre unità immobiliari erano già sottoposte a sequestro di prevenzione, due delle quali gravate anche da confisca penale a seguito di sentenza di condanna irrevocabile; mentre la terza è stata ritenuta comunque illecitamente e fittiziamente intestata alla figlia al solo scopo di evitare ogni possibile forma di riscossione coattiva da parte dell'Erario.

La misura - spiegano le Fiamme Gialle - è scattata in esecuzione a un decreto di confisca di prevenzione emesso nei confronti di beni di un imprenditore locale dalla sezione specializzata 'misure di prevenzione’ del Tribunale di Bologna, in applicazione alle norme del Testo Unico Antimafia.

Il procedimento era stato avviato nel 2021 dalla Procura di Ravenna sulla base di una indagine dei finanzieri ravennati la quale, secondo l'accusa, aveva evidenziato la pericolosità sociale e tributaria di un imprenditore operante nel settore delle pulizie industriali dedito alla sistematica frode fiscale e all'autoriciclaggio attraverso reiterate condotte criminali soprattutto tra gli anni 2012-2016.

In tale periodo l'imprenditore in questione, in qualità di amministratore di società a lui direttamente e indirettamente riconducibili, avrebbe sistematicamente usato ed emesso fatture false per evadere le imposte, intestando poi i propri beni a terzi - tra i quali la figlia - e trasferendo capitali illeciti anche in una società romena che nel 2017 aveva riacquistato all'asta alcuni immobili, a lui in precedenza espropriati, per mezzo di una procedura esecutiva avviata da un istituto bancario creditore.

Da ultimo, dopo avere garantito il contraddittorio con tutti gli eredi dell'uomo, nel frattempo morto, i giudici del Tribunale di Bologna hanno ritenuto che l'imprenditore nel periodo esaminato avesse effettivamente ricavato, almeno in larga parte, le fonti economiche necessarie al sostentamento del suo nucleo familiare dalla commissione dei reati a lui contestati, peraltro per la Finanza di fatto ammessi nell'ambito del procedimento penale conclusosi con un patteggiamento.