Confiscato un tesoro da 50 milioni di euro

La Dia sui beni del ’re del vino’ Melandri: ci sono immobili, auto da collezione, conti e tenute vitivinicole. La difesa ha già impugnato

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Oltre 50 milioni di euro. E’ il valore dei beni confiscati dalla Dia - la direzione investigativa antimafia - in esecuzione a uno specifico decreto emesso dal tribunale di Bologna (sezione misure di prevenzione) nei confronti di un imprenditore 52enne del settore vitivinicolo, Vincenzo Secondo Melandri di Russi alias ‘il re del vino’, ritenuto contiguo alla criminalità organizzata foggiana. Contro la misura, depositata il 13 settembre scorso, la difesa (avvocati Ermanno Cicognani e Antonio Vincenzi) ha già proposto impugnazione.

Melandri era rimasto coinvolto nel 2012 nell’operazione ’Baccus’ della guardia di Finanza coordinata dalla Dda di Bari, assieme ad alcune persone che secondo l’accusa erano legate alla criminalità organizzata cerignolana. Ed era stato condannato nel febbraio 2019 dalla corte d’appello di Bari a tre anni e sei mesi di reclusione per associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e alle frodi fiscali. Ancora nel 2012 - si legge nel provvedimento - San Marino aveva avviato contro di lui un procedimento per riciclaggio culminato in primo grado con una condanna a quattro anni e sei mesi di prigionia.

Più di recente è stato condannato in primo grado a nove anni e mezzo di reclusione per associazione per delinquere, riciclaggio e auto-riciclaggio a conclusione delle indagini della Dia di Bologna e della guardia di Finanza di Ravenna coordinate dalla procura ravennate nell’ambito nell’operazione battezzata ’Malavigna’. Il provvedimento, emesso su proposta dell’allora procuratore ravennate Alessandro Mancini e del pm Lucrezia Ciriello, fa seguito al sequestro già eseguito dalla Dia nel 2020 in base al quale il tribunale di Bologna aveva ritenuto sussistente la sproporzione tra i redditi dichiarati e i beni nella disponibilità dell’imprenditore ravennate e del suo nucleo familiare.

La misura ha interessato partecipazioni societarie perlopiù con sede legale a Russi ma anche a Cervia e Bologna. Figurano pure una quote di una società sportiva dilettantistica di Russi e quote (già cedute) di una clinica privata di Ravenna. Ci sono poi nove compendi aziendali attivi nel settore vitivinicolo nella provincia di Ravenna; 74 beni immobili tra Faenza, Russi, Forlì e Brescia; sei mezzi d’epoca e tre rapporti bancari e assicurativi con disponibilità finanziarie di cui un conto corrente aperto in un istituto bancario di San Marino: quest’ultimo sarà oggetto di confisca a cura delle autorità sammarinesi come previsto dalla convenzione di ’amicizia e buon vicinato’ del 1939.

Il provvedimento prevede per Melandri l’applicazione della sorveglianza speciale da parte della polizia e l’obbligo di dimora per tre anni entro i confini della province di Forlì e di Ravenna. Il tribunale bolognese ha infine dato mandato all’amministratore giudiziario per procedere alla immediata vendita dei beni confiscati o alla loro rottamazione nel caso non si possa realizzare nessun guadagno cedendoli.